Dichiarazione di non avere procedimenti penali in corso: fac simile compilabile

- Ultimo aggiornamento: 10/07/2023
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DOC   (carichi pendenti e casellario giudiziale)
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L'autocertificazione carichi pendenti è una dichiarazione con cui una persona attesta l’esistenza o meno a proprio carico di procedimenti penali in corso (in primo grado, in appello, oppure in Cassazione). Si differenzia dall'autocertificazione casellario giudiziale per il fatto che con quest'ultima si attesta l’esistenza o meno di condanne definitive o passate in giudicato.

Quando utilizzare l'autocertificazione carichi pendenti

Si è detto che con l'autocertificazione carichi pendenti il soggetto dichiara di non essere imputato in processi penali, né di essere stato rinviato a giudizio da parte di un pubblico ministero. Si tratta di fatto di una dichiarazione che viene utilizzata in svariate occasioni: ad esempio quando si richiede il rilascio del permesso di soggiorno o del passaporto, per la definizione delle pratiche di adozione, quando si intende partecipare ad un concorso o ad una gara d’appalto, in caso di assunzione, ecc.

Quale autocertificazione può essere utilizzata nei rapporti con la pubblica amministrazione o con i gestori dei pubblici servizi, per restare agli esempi appena fatti se ci si reca in Questura per il passaporto o se si partecipa ad un concorso bandito dal Comune.

Ma dal 15 Settembre 2020 può essere utilizzata anche nei confronti dei privati: banche, compagnie assicurative, aziende di servizi, professionisti, ecc.

Infatti il Decreto Semplificazioni -  decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito con modificazioni nella “LEGGE 11 settembre 2020, n. 120” - ha introdotto una importante modifica al DPR 445/2000  (Disposizioni legislative in materia di documentazione amministrativa).

Così mentre in precedenza le autocertificazioni erano possibili solo verso i privati che vi acconsentivano, com’era previsto dall’art. 2 DPR n. 445/2000, adesso allo stesso art. 2 è stata soppressa la condizione del consenso dei privati destinatari dei documenti, aprendo così ad un obbligo generalizzato di accettare le autocertificazioni.

I privati che ricevono l'autocertificazione possono effettuare tutti gli accertamenti che ritengono necessari. A tal fine è importante che i moduli contengano la dicitura in calce: “Autorizzo il soggetto privato che riceve questa autocertificazione a verificare i dati in essa contenuti rivolgendosi alle Amministrazioni competenti”.

Questo non significa che il cittadino non possa comunque recarsi all'ufficio della Procura della Repubblica presso il Tribunale in cui ha la residenza e chiedere il rilascio del certificato dei carichi pendenti (questo il modulo richiesta carichi pendenti). In questo caso l'ufficio preposto, dietro il pagamento di euro 3,87 per diritti di certificato e di euro 16 per bollo, rilascerà un certificato su cui sono riportati tutti i procedimenti pendenti in quel luogo nonché quelli in corso presso le procure distrettuali antimafia ("DDA"), di cui ha ricevuto comunicazione.

Tuttavia è bene sottolineare che tale certificato può essere prodotto solo ai privati e non agli organi della pubblica amministrazione o ai gestori di pubblici servizi. Se il funzionario ne imponesse la presentazione, commetterebbe una grava violazione dei propri doveri d’ufficio e la sua condotta sarebbe penalmente perseguibile.

Come scrivere un'autocertificazione carichi pendenti

In questa scheda sono disponibili per il download alcuni fac simile, in formato "doc" e "pdf editabile". Possono essere scaricati ed utilizzati da cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari in possesso di un regolare permesso di soggiorno.

La compilazione è pressoché immediata dovendo in pratica riportare i dati relativi al solo dichiarante. I modelli, infatti, sono tutti provvisti nella seconda parte della dichiarazione circa la non sussistenza di carichi pendenti a proprio carico.

La firma non va autenticata. Ricordiamo che l'autentica di firma consiste nell'attestazione, resa dal funzionario incaricato, che la sottoscrizione in calce all'autocertificazione carichi pendenti è stata apposta in sua presenza, previo accertamento dell'identità della persona che sottoscrive.

E se il dichiarante per qualche motivo non sapesse o non potesse firmare? In questo caso il funzionario dell'ente che riceve l'autocertificazione deve come prima verificare chi ha di fronte richiedendo al soggetto di esibire un valido documento di riconoscimento, quindi accertarsi della effettiva incapacità dello stesso a firmare, infine attestare in calce al modulo che la dichiarazione è stata resa in sua presenza.

Con la consegna allegare una fotocopia del documento di riconoscimento del dichiarante.

E' essenziale che il soggetto, col solo fine di essere ammesso ad un concorso pubblico o di ottenere un'assunzione, non arrivi a dichiarare il falso, in quanto le conseguenze potrebbero essere molti pesanti. Infatti qualora l'ente accertasse che le informazioni riportate sull'autocertificazione carichi pendenti non sono corrette (da verifica operata in Procura il soggetto risulta indagato in un processo penale), potrebbe non solo escludere la persona dal concorso o revocare seduta stante l'assunzione, ma denunciarla per aver reso una falsa attestazione. Si tratta di un reato che l'articolo 495 del Codice Penale punisce con la reclusione da 1 a 6 anni.

L’autocertificazione dei carichi pendenti ha una validità di sei mesi.

Tags:  fedina penale

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