Come combattere il recupero crediti: consigli e strumenti utili

Alcuni consigli utili per difendersi da quelle società di recupero crediti che mettono in atto pratiche scorrette e aggressive col solo fine di ottenere dal debitore la somma dovuta per il mancato pagamento di una bolletta o il mancato rimborso di un finanziamento.

Come evitare il recupero crediti

Le difficoltà delle famiglie italiane nel far fronte ai propri debiti in questi ultimi anni è drammaticamente aumentata, tanto che in molti casi le esposizioni debitorie arrivano addirittura a pareggiare e in qualche caso a superare le entrate di una famiglia.

Di fronte a situazioni di questo tipo, le vie d'uscita purtroppo non sono tante. Si potrebbe pensare, ad esempio, di chiedere al nostro fornitore di rateizzare la bolletta della luce, del gas o dell'acqua.

Se il debito è con la banca o la finanziaria, si potrebbe pensare di proporre una chiusura del finanziamento a "saldo e stralcio", sapendo di poter contare però su risorse finanziarie sufficienti a portare a termine l'operazione.

Un'altra soluzione potrebbe consistere nell'avvio di un piano di ristrutturazione e risanamento della propria situazione debitoria. Per far questo occorre inoltrare una istanza da sovraindebitamento al Presidente del Tribunale del proprio luogo di residenza.

Recupero crediti: quando scatta

Nel momento in cui i soggetti debitori si trovano in uno stato d'insolvenza, i crediti vanno - per usare un termine tecnico - in sofferenza, ossia la loro riscossione non è più certa, ad esempio, per quelle banche e quegli intermediari finanziari che hanno erogato il finanziamento.

E' in questa fase, definita "stragiudiziale", che entrano in gioco le società di recupero crediti a cui banche, finanziarie (come Compass, Agos, Findomestic, Consel, Fiditalia, Citifinancial, Prestitempo, ecc.) ed altri creditori si affidano per ottenere il pagamento parziale o totale del credito vantato.

Chiaramente le società recupero crediti possono essere chiamate ad intervenire non solo per il mancato rimborso di un prestito, ma anche per il mancato pagamento di bollette, spese condominiali, parcelle, ecc. Leggi in proposito il post sul recupero crediti per bolletta non pagata.

Da premettere che le società di recupero crediti svolgono un'attività perfettamente lecita. Loro possono agire su mandato dal creditore per recuperare quanto dovuto dal debitore (il guadagno consiste in una percentuale sulla quota di credito recuperata), oppure possono agire in prima persona dietro cessione del credito. In quest'ultimo caso il debitore si interfaccerà con un nuovo creditore.

La prima cosa che le società di recupero credito fanno è quella di svolgere una analisi della situazione finanziaria e patrimoniale del debitore, al fine di accertare l'esistenza di eventuali altri debiti e soprattutto conoscere la consistenza di beni, redditi, depositi, libretti, investimenti, proprietà immobiliari che fanno capo al debitore.

Questa fase di indagine è molto utile alla società di recupero crediti che intende attuare una strategia adeguata al debitore che ha davanti.

Ad ogni modo nella maggior parte dei casi l'attività di tali società prende il via con l'inoltre, mediante raccomandata A/R o PEC, di una lettera di messa in mora con cui il debitore viene intimato a pagare la somma dovuta entro un termine determinato. In taluni casi la messa in mora può essere preceduta da una lettera "bonaria", diciamo una sorta di semplice sollecito di pagamento inviato dallo stesso creditore, con cui si avvisa il debitore della situazione e lo si invita a pagare entro un certo termine proponendo eventualmente un piano di rientro.

All'invio della lettera possono seguire contatti telefonici e in taluni casi anche visite a domicilio.

Se il debitore non si renderà disponibile al pagamento, immediato o rateizzato, il ricorso al tribunale diventerà inevitabile.

Le società recupero crediti devono tutelare la riservatezza

Con riferimento all’attività di recupero crediti, indipendentemente dal fatto che sia condotta dallo stesso creditore o da terzi a cui il creditore stesso ha deciso di affidarsi (società specializzate nel recupero crediti, avvocati e altri liberi professionisti), occorre fare chiarezza sul fatto che essa deve essere condotta nel rispetto della dignità personale del debitore ed evitando comportamenti che ne possano ledere la sua riservatezza.

Non è un caso che in materia sia intervenuto anche il Garante per la Privacy che ha inteso disapprovare con fermezza le prassi più aggressive delle società recupero crediti

Ma quando le condotte poste in essere dalle società recupero crediti possono definirsi non professionali o addirittura illecite? Quando è possibile parlare di violazione della privacy e della dignità personale e soprattutto come rispondere al recupero crediti?

I comportamenti scorretti delle società recupero crediti

Per garantire il rispetto della privacy e della dignità del debitore, non è consentito comunicare ingiustificatamente a soggetti diversi dal diretto interessato (es. familiari, coabitanti, colleghi di lavoro o vicini di casa) informazioni circa la somma dovuta e il procedimento in atto.

Il Garante per la protezione dei dati personali, inoltre, ha dichiarato illecite le pressioni esercitate su quest’ultimo mediante vari canali o tramite prassi inutilmente aggressive.

Queste le condotte poste in atto dalle società recupero crediti che possono da considerarsi illecite:

  • visite a domicilio o sul luogo di lavoro da parte del creditore o dei soggetti incaricati di eseguire il recupero crediti per conto terzi;
  • comunicazioni sul debito a soggetti diversi dal debitore, come ad esempio familiari, vicini di casa, colleghi, amici e così via;
  • comunicazioni di sollecito effettuate mediante voce registrata, poste in essere senza la presenza in un operatore che si accerti che a rispondere sia proprio il debitore e non una terza persona;
  • utilizzo di cartoline, lettere o plico che possono lasciar intendere che il destinatario sia in una posizione di insolvenza. Ricordiamo che le comunicazioni postali devono pervenire in busta chiusa, riportando solo i dati necessari alla spedizione e non quelli relativi al mittente o al procedimento di recupero crediti;
  • comunicazioni con vesti grafiche simili a quelle usate dall’Agenzia Entrate Riscossione col solo scopo di incutere timore;
  • comunicazioni col solo fine di incutere timore al debitore. In questi casi la tecnica è quella di far riferimento ad ipotetiche cartelle esattoriali (ricordiamo che queste vengono notificate solo quando i creditori sono Enti pubblici) oppure ad un intervento dell'Ufficiale giudiziario che provvederà a pignorare auto, televisore e ogni altro bene del debitore;
  • lasciare in bella vista avvisi di mora presso il domicilio del debitore o affissioni recanti informazioni circa l’insolvenza e il procedimento di recupero crediti, potenzialmente visibili da un numero indefinito di soggetti;
  • conservare i dati personali del debitore anche dopo aver concluso l’attività di recupero crediti. Salvo casi particolari, infatti, dopo aver ottenuto la somma di denaro dovuta, è necessario cancellare tutti i dati e i contatti relativi al debitore.

Come combattere il recupero crediti: i fac simile da utilizzare

Qualora ricevessi una comunicazione da una società di recupero credito, ma ti rendessi immediatamente conto che la richiesta del creditore è priva di fondamento in quanto, ad esempio

  • avevi regolarmente provveduto al saldo della rata di prestito o della fattura, oppure
  • la fattura conteneva importi non corretti e per questo era stata oggetto di contestazione, oppure
  • dai riconteggi e dalle verifiche operate sulle condizioni applicate al prestito concesso erano emersi degli errori che ti hanno spinto a sospendere il pagamento della rata;
  • ecc.

potresti inviare alla società di recupero crediti questa

Chiaramente il reclamo può essere proposto anche nei confronti del creditore. A tal proposito sul nostro portale trovi modelli specifici come quelli relativi al:

E se avessi a che fare con un professionista o una società recupero crediti che assume condotte ai limiti della legalità, fino a praticare un vero e proprio stalking creditizio? In una simile situazione ti consigliamo di rispondere inviando una

e minacciando il ricorso alle autorità competenti per i reati che potranno eventualmente configurarsi.

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53336 - Redazione
24/10/2019
Giuseppe, è il Garante della Privacy che ha messo in luce l'esistenza di prassi decisamente invasive come appunto le visite a domicilio o sul posto di lavoro.

53318 - Giuseppe
24/10/2019
Salve, lavoro con una società di Recupero Crediti e leggo a Vs dire che le "visite domiciliari" sono illecite. Mi potreste citare quale articolo del codice civile lo vieta. Perchè a questo punto secondo il Vs parere la figura dell"esattore domiciliare" è illegale e deve scomparire. Saluti. Giuseppe T.

47385 - L I N D E R
15/11/2016
Interesante comunicazione ..così le persone sono informate


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