Cosa sapere per gestire al meglio i propri risparmi

Lo sappiamo, gli italiani sono da sempre un popolo di risparmiatori. Nonostante la congiuntura economica negativa, la propensione al risparmio delle famiglie ha mostrato nel corso del 2016 una tendenza al rialzo. In particolare la crescita è stata di 0,2 punti percentuali rispetto al 2015: dall'8,4% all'8,6%. Come si spiega questo dato? Semplice: le famiglie italiane vivono ancora un clima di fortissima incertezza per quanto riguarda il futuro. Ciò le rende più attente e prudenti, accentuando la loro propensione al risparmio, magari contraendo certi consumi, per fronteggiare eventuali spese impreviste (leggi “Famiglie: ecco come risparmiare”).

La gran parte degli italiani impiega il proprio risparmio nell’acquisto di immobili; non è un caso che il 73% delle famiglie italiane abbia una casa di proprietà, più dei francesi (64,3%) e dei tedeschi (52,6%). Ma anche il dato riferito agli strumenti finanziari, dal conto corrente ai titoli di stato, dalle azioni ai fondi pensionistici, dalle obbligazioni alle assicurazioni, è sorprendente. Già perché il loro valore complessivo ammonta a 4.250 miliardi di euro, circa due volte e mezzo il Pil annuo, più di tutti gli altri paesi europei. In definitiva, contrariamente a quanti molti di noi pensano, le famiglie italiane sono mediamente più ricche delle altre, ciò considerando il valore degli immobili di proprietà e la quantità di risparmio accumulato ed eventualmente investito.

Ma la domanda che molti si pongono è: come deve essere investito il risparmio che ciascuno di noi riesce (faticosamente) ad accumulare? Quali elementi occorre prendere in esame per una corretta ed efficace gestione del risparmio? Quali strumenti sono da prediligere? A chi rivolgersi? Come tutelarsi in caso di perdite?

Risparmio: fattori da valutare per un suo impiego

Ciascuno di noi ha determinati obiettivi (costruirsi un capitale futuro, avere una pensione integrativa, acquistare una casa, avviare alla professione i figli, far fronte agli imprevisti, ecc.), che si prefigge di raggiungere attraverso l'impiego del risparmio. Ci sono diversi modi per investire i propri risparmi: case, obbligazioni, depositi bancari, azioni, quadri, titoli di stato, fondi comuni, piani di accumulo del capitale (PAC), piani individuali di risparmio (PIR), oro, pietre preziose, quadri d’autore, ecc. Ogni forma di impiego del denaro ha caratteristiche particolari che vanno analizzate con cura prima di assumere qualsiasi decisione.

Una cosa è certa, l'investimento ideale non esiste. Qualsiasi genere di investimento infatti implica un certo livello di rischio. Rischio e rendimento sono due elementi inseparabili quando si parla di risparmio: più basso è il rischio, minore è il rendimento che ci si deve aspettare. Al contrario, maggiore è il rischio, più alta è la possibilità di guadagno. Così depositi bancari e titoli di stato sono tra gli impieghi a minor rischio, mentre le azioni, specie nel breve periodo, sono titoli a maggior rischio visto che il loro valore è influenzato non solo dall'andamento dell'impresa di cui rappresentano il capitale, ma anche da quello del mercato borsistico in generale.

Dunque, la validità di un di investimento va misurata in relazione alle esigenze di ognuno, perché non abbiamo tutti la stessa situazione patrimoniale, gli stessi obiettivi, le stesse aspettative. Conta il livello di reddito, le risorse già accantonate, lo stile di vita, la capacità di risparmio. Conta l'età: giovani e anziani hanno esigenze indubbiamente diverse. Conta infine la propensione al rischio di ciascuno di noi. Uno degli elementi, infatti, che influenza maggiormente le nostre decisioni di investimento (oltre alla redditività, liquidabilità e incremento di valore del capitale) è certamente la propensione al rischio. Infatti il desiderio di sicurezza dell'investimento è indubbiamente la variabile più soggettiva.

Per trovare l'investimento più adatto, occorre prima di tutto domandarsi quali obiettivi finanziari si vorrebbero raggiungere e, subito dopo, quanto si è disposti a rischiare per ottenerli. In altre parole, occorre inquadrare il proprio profilo di rischio.

Una regola però ci deve sempre accompagnare nell'impiego del nostro risparmio: la diversificazione. Proprio perché non c'è investimento senza rischio, una delle regole fondamentali è non impegnare tutto il denaro, poco o tanto che sia, in una sola forma di investimento. Meglio diversificare gli investimenti e dunque distribuire i risparmi su più strumenti, affinché l'eventuale andamento negativo di alcuni possa essere compensato dal buon andamento di altri.

Naturalmente per investire non è sufficiente aver chiarito le proprie esigenze e gli obbiettivi di investimento, ma è fondamentale anche essere ben informati sugli strumenti finanziari che si è intenzionati ad acquistare e sulle loro caratteristiche: tipologia dello strumento (azione, fondo comune, PIR, ecc.), emittente (stato, impresa, banca, ecc.), settore, mercato di negoziazione, classe di rischio, ecc..

Risparmio e criteri di scelta di un investimento

Quali sono in concreto i fattori da prendere in considerazione nella scelta di un investimento e dunque di uno strumento finanziario? Di seguito elenchiamo alcuni elementi da prendere in esame nel momento in cui ci si appresta ad impiegare il proprio risparmio, fermo restando che ognuno di noi ha un proprio punto di vista e personali criteri di valutazione:

  • sicurezza, intesa come mantenimento del capitale investito. Si tratta di un aspetto strettamente correlato con il fattore rischio e, dunque, con l'affidabilità e solvibilità finanziaria di chi ci propone l'investimento, con la valuta in cui è espresso il titolo e via dicendo;
  • redditività, misura l'incremento di valore dell'investimento nel tempo; il riferimento può essere agli interessi prodotti da un titolo, ai dividendi prodotti dalle azioni o al capital gain, ossia al guadagno che si può realizzare fra il prezzo di acquisto ed il prezzo di vendita di un titolo;
  • liquidabilità, ossia la capacità che ha l'investimento di essere monetizzato in tempi brevi; 
  • costi, rappresentati dalle comissioni di sottoscrizione, gestione, amministrazione e consulenza;
  • fiscalità, i prodotti finanziari sono soggetti a regimi diversi di tassazione con influenze diverse del carico fiscale sul reddito netto percepito dall'investimento;
  • protezione dall'inflazione, il rendimento di un investimento di medio-lungo periodo, specie se a tasso fisso, può subire forti erosioni se il contesto macroeconomico è caratterizzato da livelli crescenti del tasso di inflazione;
  • responsabilità sociale dell'investimento, ossia quando si scelgono titoli di società o paesi emittenti tenendo conto, oltre che del profilo rischio/rendimento atteso, anche del comportamento di questi soggetti rispetto a taluni specificati criteri di responsabilità sociale. Così alcuni investitori possono decidere di non investire in imprese coinvolte in aree di business controverse (produzione di alcolici, di armamenti e forniture militari, di tabacco, gioco d'azzardo, energia nucleare, armi, ecc.).

È del tutto evidente che rintracciare un giusto mix di questi fattori in uno stesso investimento sia operazione pressoché impossibile. Un investimento facilmente liquidabile è in genere collegato a bassi livelli di redditività, come rendimenti mediamente più elevati sono generalmente associati con più alti livelli di rischio. Vanno stabilite quindi le priorità dell'investimento e individuato il proprio profilo di rischio.

Molto importante è anche stabilire la durata degli investimenti: più si allunga la scadenza e più si diluisce nel tempo il rischio finanziario. La durata, però, è in funzioni delle personali esigenze di liquidità.

Risparmio: per la gestione affidarsi a professionisti

Per una efficace allocazione del proprio risparmio è quanto mai importante farsi assistere da professionisti del settore: a tal proposito ti abbiamo parlato del promotore finanziario, un professionista iscritto in un apposito albo, in possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità, al quale è possibile rivolgersi per acquistare prodotti e servizi finanziari utili ad investire il proprio risparmio.

Chiaramente il fatto di avere a che fare con un promotore finanziario, non ti mette automaticamente al riparo da possibili truffe: dunque il consiglio è di acquisire ogni possibile informazione sul professionista e sulla società per la quale lavora e di fare ogni tipo di verifica e riscontro presso il suo ambiente di lavoro. In tal senso potrebbe risultarti molto utile la lettura dell'articolo "Truffe finanziarie: consigli e strumenti per difendersi".

Risparmio: più garanzie e trasparenza con la MiFID

Forse non tutti sanno che dal 1° Novembre 2007 è entrata in vigore nel nostro ordinamento una Direttiva europea, la cosiddetta MiFID (Direttiva sui Mercati degli Strumenti Finanziari). Tra i tanti obiettivi della Direttiva vogliamo evidenziarne due, di particolare interesse per i risparmiatori:
- incrementare il sistema di garanzie e di protezione per i risparmiatori nei rapporti con le imprese che forniscono servizi di investimento;
- rendere più trasparenti, anche in termini di costi, le operazioni realizzate dagli intermediari finanziari per conto della clientela.

Per fornire ai propri clienti tutte le informazioni necessarie, gli intermediari finanziari hanno predisposto un set di informazioni, con la finalità di fornire informazioni:

  • sull'istituto e sui servizi di investimento che esso offre;
  • sugli strumenti finanziari e sui servizi di investimento oltre che sui rischi ad essi connessi;
  • sulla gestione dei conflitti di interesse.

La normativa prescrive, inoltre, che l'intermediario finanziario deve prestare un servizio al cliente in linea con le informazioni che questi gli ha fornito. In particolare al momento della prestazione dei servizi di investimento deve mettere in atto:

- un'attività di verifica di appropriatezza; questo significa che deve verificare che il cliente abbia il livello di esperienza e conoscenza necessari per comprendere i rischi che lo strumento finanziario o il servizio di investimento comportano. A tal fine l'intermediario deve verificare tipi di investimento, operazioni e strumenti finanziari rispetto ai quali il cliente dichiara di avere esperienza; la natura, il volume e la frequenza delle operazioni su strumenti finanziari realizzate dal cliente e il periodo durante il quale queste operazioni sono state eseguite; il livello di istruzione, la professione, ecc.

- un'attività di verifica di adeguatezza; in altri termini deve verificare che l'operazione, realizzata o consigliata, corrisponda agli obiettivi di investimento del cliente; sia di natura tale che il cliente sia in grado finanziariamente di sopportare il rischio dell'investimento compatibilmente coi suoi obiettivi. A tal fine l'intermediario richiede al cliente anche quelle informazioni riguardanti: fonte e consistenza del reddito, del patrimonio complessivo e degli impegni finanziari del cliente; periodo di tempo per il quale il cliente desidera conservare l'investimento; le sue preferenze in materia di rischio.

In definitiva la MiFID impone alle imprese che offrono servizi di investimento del risparmio il rispetto di alcuni principi fondamentali:

  • agire nei confronti del cliente in modo onesto e professionale;
  • fornire al cliente informazioni corrette, chiare e non fuorvianti;
  • offrire al cliente servizi e prodotti che tengano conto della sua situazione individuale.

A tale scopo, l'intermediario finanziario predispone e somministra ai propri clienti risparmiatori un questionario di profilatura. Su Moduli.it è possibile scaricare un

È strettamente necessario che il cliente sia informato dall'intermediario sulla natura del servizio prestato e quindi sulle finalità della richiesta delle informazioni, attraverso formule del tipo:

"Gentile Cliente, nell'ambito del servizio di consulenza finanziaria a Lei prestato, le seguenti domande hanno l'obiettivo di individuare e consigliarLe un prodotto adeguato alle Sue caratteristiche e alle Sue esigenze. La invitiamo pertanto, nel Suo interesse, a fornirci le informazioni richieste, in assenza delle quali non è possibile consigliarLe alcun prodotto."

ovvero

"Gentile Cliente, nell'ambito del servizio di collocamento del prodotto, le seguenti domande hanno lo scopo di verificare, nel Suo interesse, che Lei abbia il livello di conoscenza ed esperienza finanziaria necessario a comprendere i rischi che il prodotto stesso comporta."

Analogamente il rifiuto da parte del cliente nel fornire all'intermediario finanziario alcune delle informazioni rilevanti per la valutazione, può essere documentato mediante una dichiarazione di questo tipo:

"Il sottoscritto cliente dichiara di non voler ricevere consigli personalizzati sul prodotto né fornire le informazioni necessarie a poterli formulare, nella consapevolezza che ciò impedisce la raccomandazione di un prodotto adatto alle Sue esigenze." (Firma del cliente)

In precedenza il cliente aveva la facoltà di firmare una "liberatoria" così da consentire la collocazione dei prodotti finanziari anche senza questionario. Oggi questo non è più possibile, tanto che nel caso in cui un prodotto finanziario (obbligazione, fondo comune, azione, ecc.) dovesse risultare "non adeguato", ne sarebbe bloccata la vendita.

Questo aspetto, tuttavia, potrebbe celare alcuni rischi, nel senso che potrebbe portare gli intermediari finanziari a creare dei "profili forzati" (ad esempio guidando la compilazione del questionario in relazione al prodotto che intende far sottoscrivere), oppure ricorrere ad una modalità, detta di "mera esecuzione degli ordini" che li esime dal fare qualunque valutazione su adeguatezza e appropriatezza delle operazioni finanziarie effettuate.

Per evitare che gli intermediari finanziari possano abusare di queste scappatoie, potrebbe risultare utile raccomandare al proprio istituto, nell'ambito del servizio di consulenza finanziaria che offre, di individuare ed offrire sempre un prodotto adeguato alle proprie caratteristiche personali e alle proprie esigenze. Moduli.it vi offre un fac-simile da utilizzare.

Risparmio: quali strumenti per tutelarsi al meglio

Ma come ci si può difendere nel caso in cui l'intermediario finanziario (banca, società di intermediazione mobiliare, poste italiane, compagnia assicurativa, ocietà di gestione di fondi comuni, ecc.) viola gli obblighi di diligenza, correttezza, informazione e trasparenza nel prestare servizi di investimento e di gestione del risparmio?

In questi casi ci si può rivolgere all'Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF), il nuovo sistema di risoluzione extragiudiziale delle controversie, attivo dal 9 Gennaio 2017 presso la CONSOB. Ma attenzione si può rivolgere all'ACF solo l'investitoreretail”, ossia colui che non possiede particolari competenze, esperienze e conoscenze in tema di investimenti e gestione del risparmio.

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