Ape Sociale 2024: quando fare domanda

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Nel 2024 possono fare domanda per l'APE Sociale non solo i disoccupati, ma anche gli invalidi civili, i lavoratori che negli ultimi anni hanno svolto attività considerate "gravose", ossia particolarmente difficoltose e rischiose e quelle persone che assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave.

Da questa scheda è scaricabile la FAQ APE sociale, un documento in formato PDF predisposto dall'INPS e che raccoglie le risposte alle domande più frequenti poste dagli utenti sul tema dell'anticipo pensionistico, e l'elenco delle professioni cd "gravose" aventi diritto all’APE sociale.

Andare in pensione in anticipo

Che le pensioni future saranno sempre più magre è ormai una certezza. A pagarne le conseguenze saranno in particolare coloro che oggi hanno un'età compresa tra 40 e 50 anni. Certo si può pensare di spuntare qualcosa in più riscattando la propria laurea o facendo valere il servizio militare o civile, ma attendersi risultati straordinari dal regime pubblico obbligatorio è decisamente utopistico.

Se non l'hai ancora fatto, neppure per curiosità, puoi conoscere la tua età pensionabile e l'entità della tua pensione futura, accedendo all’estratto conto previdenziale disponibile sul sito dell'Inps. Per fare questo dovrai però disporre delle credenziali SPID o in alternativa della CIE o CNS.

Ma ti sei mai chiesto perché le pensioni stanno diventando via via sempre più basse? La principale causa va ricercata nel passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo. Fino al 1996 vigeva il sistema retributivo, in base al quale l’importo dell’assegno pensionistico veniva calcolato tenendo conto delle retribuzioni percepite dall’interessato negli ultimi anni della sua vita lavorativa; da quell’anno con la Riforma Dini prima e con la riforma Maroni (2004) e legge Fornero (2011) poi, si è gradualmente passati al sistema contributivo, per cui l’importo della pensione viene calcolato solo in rapporto ai contributi effettivamente versati durante l’intera vita lavorativa. In definitiva come accade con un comune piano di accantonamento, più contributi si versano più alto è l'importo dell'assegno pensionistico.

E' del tutto evidente che un sistema di questo tipo funziona molto bene se si inserisce in un contesto caratterizzato da un lavoro stabile e ben retribuito. Al contrario diventa estremamente penalizzante se lo stesso sistema si combina con una condizione lavorativa caratterizzata da incertezza, instabilità o provvisorietà e bassi salari, tipica dei nostri giorni.

Ma non è tutto. Perché oltre a ricevere un assegno più basso, andremo in pensione anche più tardi, ciò per effetto del progressivo innalzamento della speranza di vita sia per gli uomini che per le donne. Si pensi che nel 2018 l'età pensionabile era determinata in 66 anni e 7 mesi, che già nel 2019 è salita a 67 anni e che in futuro sarà destinata a crescere ulteriormente. Insomma andare in pensione potrebbe rivelarsi un’impresa assai ardua per molti di noi. Eppure per molti italiani c’è addirittura la possibilità di andare in pensione prima del previsto. Come? Attraverso l’APE. Ma vediamo in cosa consiste, a chi è rivolto, quali sono i requisiti e come si presenta la domanda.

APE sociale: cos’è

L'APE Sociale è una misura in vigore dal 1° maggio 2017 e prorogata fino al 31 Dicembre 2024 col preciso fine di accompagnare alla pensione di vecchiaia categorie di soggetti in particolari condizioni.  

Si tratta in particolare di una indennità a carico dello Stato ed erogata dall'INPS in favore di quei lavoratori che abbiano maturato almeno un'anzianità contributiva di

  • 30 anni nel caso di disoccupati da almeno due anni, caregiver e lavoratori con disabilità pari almeno al 74%;
  • 32 anni nel caso di operai edili (CCNL imprese edili e affini), ceramisti (classificazione Istat 6.3.2.1.2) e conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta (classificazione Istat 7.1.3.3);
  • 36 anni nel caso di lavoratori che svolgono le attività cd. gravose.

Ai fini del riconoscimento dell'indennità, i requisiti contributivi richiesti sono ridotti per le donne di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni;

L'indennità viene erogata fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o dei requisiti per la pensione anticipata, ed è:

  • di importo pari alla rata mensile di pensione, calcolata al momento dell'accesso alla prestazione se la pensione è inferiore a 1500 euro oppure
  • pari a 1500 euro, se il calcolo della pensione risulta pari o superiore a 1500 euro.

APE Sociale: a chi è rivolto

L’APE sociale è rivolta ad un'ampia platea, che include i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, gli autonomi e i lavoratori iscritti alla gestione separata, con esclusione dei liberi professionisti iscritti presso le casse professionali. In particolare i lavoratori devono  Tra le condizioni che devono avere un'età anagrafica pari ad almeno 63 anni e 5 mesi e trovarsi in una delle seguenti condizioni:

A. disoccupati a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell'ambito della procedura di cui all'articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, a condizione che abbiano finito di percepire la NASpI o la Dis Coll (è stata eliminata la condizione del decorso del trimestre in stato di disoccupazione) e abbiano un'anzianità contributiva di almeno 30 anni, inclusi i lavoratori con a contratto a tempo determinato, a condizione che nei tre anni precedenti la cessazione abbiano svolto lavoro dipendente per almeno 18 mesi;

B. lavoratori che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente (genitore, figlio) con handicap grave, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, e sono in possesso di un'anzianità contributiva di almeno 30 anni;

C. risultare invalidi civili con una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale  al 74%; e con 30 anni di contributi versati;

D. essere lavoratori dipendenti in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che hanno svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette una o più delle seguenti attività lavorative considerate "gravose", ossia particolarmente difficoltose e rischiose se svolte oltre una certa età.  Tali attività e professioni sono ricomprese all’interno dell'Allegato 3 (scaricabile da queta scheda) della Legge 234/2021:

  • professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
  • tecnici della salute;
  • addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • operatori della cura estetica;
  • professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
  • artigiani, operai specializzati e agricoltori;
  • conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
  • conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • conduttori di mulini e impastatrici;
  • conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
  • conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi,ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • portantini e professioni assimilate;
  • professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.

Chi richiede l'APE Sociale, inoltre, non deve già risultare titolare di pensione diretta in Italia o all’estero.

Dunque i lavoratori in possesso di questi requisiti possono andare in pensione prima del termine, senza ulteriori oneri a carico. Lo Stato, infatti, si fa carico per loro dei costi derivanti dall'anticipo pensionistico.

APE Sociale: durata

L’APE Sociale è corrisposta ogni mese per 12 mensilità nell’anno, fino all’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia o comunque fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata. Per l’APE Sociale non è prevista la 13° mensilità.

L’APE sociale decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda, chiaramente se a quella data tutti i requisiti e le condizioni previste dalla legge risultano soddisfatti.

APE sociale: importo

L’importo dell’APE sociale non potrà in alcun caso essere superiore a 1.500 euro lordi al mese. In particolare è pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione (se inferiore a 1500 euro) o pari a 1500 euro (se la pensione è pari o maggiore di detto importo). L’importo dell’indennità non è rivalutato.

Inoltre con l’APE sociale non spetta la contribuzione figurativa. Infine l’erogazione dell’APE sociale in caso di decesso del beneficiario non è reversibile ai superstiti. Ai beneficiari non spettano gli assegni al nucleo familiare.

Quando e come richiedere l'APE sociale

Come già anticipato l'APE Sociale è corrisposto a domanda.

La domanda deve essere presentata online sul sito dell'INPS. Per far questo occorre essere in possesso dele credenziali SPID. Chi non ne è in possesso o comunque chi ritiene di non avere sufficiente dimestichezza con gli strumenti informatici, può rivolgersi a intermediari e patronati.

Preliminarmente alla domanda di prestazione, occorre presentare domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso al beneficio, allegando la seguente documentazione:

a) lettera di licenziamento, di dimissioni per giusta causa o verbale di accordo di risoluzione consensuale stipulato ai sensi dell’art. 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604;

b) nell’ipotesi di assistenza a portatore di handicap grave, un’autodichiarazione in cui afferma di assistere e di convivere da almeno 6 mesi con un soggetto affetto da handicap grave ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992 tra quelli indicati dalla legge;

c) nell’ipotesi in cui il richiedente sia in possesso di una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%, copia del verbale rilasciato dalle commissioni sanitarie competenti in materia di accertamento dell’invalidità civile;

d) nell’ipotesi in cui il richiedente abbia svolto lavori particolarmente difficoltosi o rischiosi, un’attestazione del datore di lavoro redatta su un apposito modello predisposto dall’INPS. I dati rilasciati dal datore di lavoro nella suddetta dichiarazione dovranno, poi, essere riportati dal richiedente nella domanda telematica di riconoscimento delle condizioni di accesso all’APE Sociale. Il richiedente dovrà, altresì, allegare alla domanda il contratto di lavoro o una busta paga.

Questi i modelli di dichiarazione predisposti dall'Inps:

Ricevute le domande di riconoscimento delle condizioni di accesso all’APE sociale, l’Inps procede ad istruirle sulla base dei dati disponibili e di quelli riportati nelle dichiarazioni sostitutive e nelle altre documentazioni rilasciate dal richiedente. L'esito dell'istruttoria viene comunicato per iscritto alla persona interessata.

Contestualmente alla presentazione della domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso all’APE sociale oppure nel corso dell’istruttoria della stessa, la persona interessata già in possesso di tutti i requisiti previsti, può presentare la domanda di accesso all’APE sociale. In definitiva sono due le domande da fare: l'una per il riconoscimento delle condizioni e l'altro per l'accesso alla prestazione.

APE sociale: incompatibilità e decadenza

Abbiamo già detto che l’APE sociale non spetta a coloro che percepiscono già una pensione diretta. E’ possibile, invece, fare richiesta dell’APE Sociale se si percepisce una pensione indiretta o di invalidità civile. Ricordiamo che la pensione indiretta è la prestazione erogata in favore dei familiari di un lavoratore non pensionato nel caso in cui questi abbia maturato, alternativamente:

  • almeno 780 contributi settimanali;
  • almeno 260 contributi settimanali di cui almeno 156 nei cinque anni precedenti la morte.

L’APE sociale è incompatibile con la NASpI, la Dis Coll, nonché con l’indennizzo per la cessazione dell'attività commerciale (peraltro non più fruibile).

Inoltre chi ha ricevuto la certificazione negli anni passati, ha la possibilità di riceve l’Ape sociale e cumularlo con piccoli redditi da lavoro, purché non guadagni più di 8.000 euro annui (se lavoro dipendente o parasubordinato) oppure 4.800 euro annui (se si tratta di lavoro autonomo). 

Chi riceve invece la certificazione nel 2024, perde il diritto a ricevere l'APE Sociale se:

  • svolge attività di lavoro dipendente o autonomo;
  • svolge lavoro autonomo occasionale da cui derivano redditi superiori al limite di 5.000 euro lordi annui.

La decadenza dal beneficio si verifica anche nell’ipotesi in cui durante il periodo di percezione dell’APE Sociale, venga meno la residenza in Italia.

Per tutte queste ragioni coloro che percepiscono l’APE sociale sono tenuti a comunicare all’Inps qualsiasi evento o situazione che possa comportare una decadenza dal beneficio ed entro 5 giorni dal verificarsi dello stesso.

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