È possibile parlare di mobbing sul lavoro nel momento in cui si riscontrano comportamenti o azioni che sfociano apertamente in violenza fisica o psicologica da parte di colleghi e superiori o direttamente dal datore di lavoro nei confronti di una “vittima”.
Atti persecutori e di demansionamento diretti alla emarginazione dal contesto aziendale, anche se non costituiscono un reato vero e proprio, possono tuttavia produrre danni a livello fisico o esistenziale nella vittima, peggiorandone quindi lo stato di salute.
In molti casi le situazioni di mobbing sul lavoro sono state denunciate (questa la lettera di diffida per mobbing al datore di lavoro), ma non in tutti i casi è stato possibile ottenere un risarcimento. Nel prossimo paragrafo spieghiamo perché.
Il lavoratore dipendente che lamenta di avere subito un danno alla salute per effetto del mobbing sul lavoro, deve innanzitutto provare l’esistenza del danno attraverso certificati e referti medici, quindi provare il nesso di causalità con le condotte assunte dal datore di lavoro o dai colleghi.
Dal canto suo il datore di lavoro, se vuole che la condizione del lavoratore non sia riconducibile all'inadempimento dei propri obblighi, deve essere in grado di dimostrare di aver adottato ogni misura utile ad evitare il determinarsi della suddetta negativa situazione.
Ma non è tutto. Affinché il lavoratore possa ottenere un risarcimento per mobbing deve necessariamente essere in grado di dimostrare che:
In mancanza di uno di questi parametri è molto difficile che alla denuncia segua anche il risarcimento dei danni.
Risulta chiaro, quindi, come prima di procedere per le vie legali sia indispensabile la raccolta di prove tramite persone disposte a testimoniare in vostra difesa, registrazioni e referti medici che attestino un reale malessere fisico o esistenziale.
Il ricorso ex art 414 c.p.c. va proposto al Giudice del lavoro nella cui circoscrizione è sorto il rapporto di lavoro oppure è ubicata la sede dell'azienda oppure il lavoratore ha prestato l'attività al momento della cessazione del rapporto.
Con il ricorso il lavoratore chiede al Giudice: