Ricorso per autocertificazione non accolta: PDF editabile
Fac simile da utilizzare come ricorso nel caso in cui un funzionario pubblico si rifiuti di accettare l'autocertificazione, benché ci siano tutti i presupposti per un suo utilizzo.
Autocertificazione non accettata: cosa fare
Gli enti della Pubblica amministrazione e i gestori di pubblici servizi hanno l'obbligo di accettare le autocertificazioni.
Addirittura dal 2020, per effetto del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 recante “misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale”, convertito con modificazioni nella “LEGGE 11 settembre 2020, n. 120”, anche i privati sono soggetti a tale obbligo.
Ma cosa succede se un pubblico ufficiale o un funzionario dell'ufficio pubblico non accetta l'autocertificazione o la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, nonostante ci siano tutti i presupposti per accoglierla?
La risposta è semplice: egli incorre nelle sanzioni previste dall'art. 328 del Codice penale e rischia di essere punito per omissioni o rifiuto di atti d'ufficio.
In simili circostanze il cittadino deve innanzitutto accertare chi è il responsabile della pratica. A questo punto può chiedere per iscritto le motivazioni del mancato accoglimento dell'autocertificazione, specificando gli estremi della pratica, il responsabile del procedimento e ogni altra informazione utile.
La comunicazione va trasmessa all'amministrazione di riferimento e per conoscenza al Comitato Provinciale della Pubblica Amministrazione presso la Prefettura del luogo in cui è stata rifiutata l'autocertificazione e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dip. Funzione Pubblica - ROMA.
Il funzionario pubblico ha 30 giorni esporre le ragioni per le quali ha ritenuto di non accettare l’autocertificazione, scaduto questo termine incorre nelle sanzioni previste dall'art. 328 del Codice penale: reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032.
Si è detto che anche i privati sono tenuti ad accettare l’autocertificazione o la dichiarazione sostitutiva. Dunque anche verso questi ultimi il cittadino può presentare, ad esempio, un'autocertificazione di residenza o di nascita, in luogo dei relativi certificati anagrafici.
Questi ultimi possono comunque essere richiesti e prodotti (solo ai privati), ma prevedono il pagamento di marca da bollo da 16 euro.
Gli enti privati, dal canto loro, possono effettuare controlli sui contenuti delle autocertificazioni ricevute senza la necessità di definire appositi accordi con le amministrazioni interessate.
A tal fine è importante che i moduli per l’autocertificazione riportino la dicitura in calce: “Autorizzo il soggetto privato che riceve questa autocertificazione a verificare i dati in essa contenuti rivolgendosi alle Amministrazioni competenti”.
Fac simile ricorso per autocertificazione non accettata
[Destinatario]
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(nome dell'Ufficio / Ente che ha rifiutato l'autocertificazione)
All'attenzione del Dirigente
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(nome del Dirigente se conosciuto, altrimenti "del Dirigente Responsabile")
Oggetto: Ricorso per illegittimo rifiuto di autocertificazione (art. 46-47 D.P.R. 445/2000)
Egregio Dirigente,
Io sottoscritto/a __________, in riferimento alla pratica/istanza n. ____________ relativa a __________, presento formale
RICORSO
avverso il rifiuto ingiustificato da parte del Vostro Ufficio di accettare l’autocertificazione da me presentata in data __/__/____ in sostituzione di ______________ (specificare documento richiesto), ai sensi degli art. 46 e 47 del D.P.R. n. 445/2000.
Ai sensi della normativa vigente, le amministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi sono obbligati ad accettare le dichiarazioni sostitutive di certificazioni e di atti di notorietà presentate dai cittadini in luogo dei relativi certificati. Un eventuale rifiuto costituisce una violazione dei doveri d'ufficio, come chiaramente stabilito dall'articolo 74, comma 2, dello stesso Decreto.
Nel caso specifico il Vs funzionario/impiegato __________ non solo si è rifiutato di accettare l’autocertificazione, richiedendomi espressamente la presentazione del certificato originale, ma non ha fornito neppure una motivazione scritta in merito al diniego, contrariamente a quanto previsto dall’art. 3 della L. 241/1990 (obbligo di motivazione degli atti amministrativi).
Tra l’altro il rifiuto di accettare l’autocertificazione, mi ha causato un pregiudizio, costringendomi a ____ (ad esempio “a richiedere il certificato originale con conseguente costi e perdita di tempo").
Per tali motivi, chiedo:
- l’accoglimento della mia autocertificazione con conseguente regolarizzazione della pratica;
- (eventualmente) il rimborso delle spese sostenute (ad es. per certificati, ecc.).
Confidando in una vostra celere e positiva risoluzione della problematica e resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Allego alla presente:
- Copia dell’autocertificazione rifiutata;
- Eventuale comunicazione di diniego;
- Altri documenti utili (es. ricevute di pagamento per certificati).
Cordiali saluti
Luogo e data
Firma __________________
Foto
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