Rifiuto autocertificazione: cosa fare
Al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio che rifiuta l'autocertificazione, benché ci siano tutti i presupposti per accoglierla, possono essere comminate le sanzioni previste dal Codice penale per omissioni o rifiuto di atti d'ufficio.
Autocertificazione: cos’è e chi può usufruirne
L'autocertificazione della tua data di nascita o del tuo titolo di studio, tanto per fare un esempio, è un documento che puoi compilare e presentare presso tutti gli uffici della Pubblica Amministrazione, tutte le società che gestiscono i servizi pubblici e, grazie al Decreto Semplificazioni (D.L. 16 luglio 2020, n. 76), anche presso gli enti privati.
Possono ricorrere all'autocertificazione i cittadini italiani, i cittadini dell’Unione Europea e i cittadini extraeuropei, purché i dati certificati siano attestabili dalla Pubblica Amministrazione italiana.
Quando redigi un’autocertificazione, ti assumi la piena responsabilità di quello che dichiari. Per questo motivo vengono sempre effettuati dei controlli sui documenti che presenti negli uffici pubblici, e se da questi risulta che hai redatto un’autocertificazione falsa, rischi una denuncia all’autorità giudiziaria, una condanna penale e ovviamente la perdita del beneficio ricavato dalla dichiarazione presentata.
Cosa è possibile autocertificare
La normativa vigente in materia ha stabilito che dal 1° Gennaio 2012 tutte le Pubbliche amministrazioni e le Società che gestiscono i servizi pubblici hanno l’obbligo di accettare le autocertificazioni, riservandosi, ovviamente, la possibilità di controllo e verifica su quanto dichiarato. Fanno eccezione solo: atti da trasmettere all’estero, pratiche matrimoniali e rapporti con l’autorità giudiziaria.
I privati che prima avevano la facoltà di scegliere se accettare o meno le autocertificazioni, oggi hanno l'obbligo al pari degli enti pubblici.
In ogni caso, non è possibile ricorrere a dichiarazioni sostitutive di certificati medici, sanitari e veterinari, certificati di origine, conformità CE di brevetti e marchi; inoltre, non si possono utilizzare le dichiarazioni sostitutive riguardanti informazioni che non sono di tua conoscenza diretta o che riguardano manifestazioni di volontà, e quindi atti futuri, non ancora avvenuti.
Autocertificazione: tipologie
Esistono due differenti tipologie di attestati che è possibile autocertificare:
- le dichiarazioni sostitutive delle certificazioni;
- le dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà.
Attraverso le dichiarazioni sostitutive delle certificazioni puoi attestare i tuoi dati anagrafici e il tuo stato civile, la tua situazione fiscale o i titoli in tuo possesso. Ecco alcuni moduli di autocertificazione che puoi scaricare dal nostro portale:
- Autocertificazione: nascita, residenza, cittadinanza;
- Autocertificazione Stato di Famiglia;
- Autocertificazione di stato civile;
- Autocertificazione di residenza;
- Autocertificazione codice fiscale;
- Autocertificazione carichi pendenti;
- Autocertificazione antimafia;
- Autocertificazione di godimento dei diritti civili;
- Autocertificazione titolo di studio;
- Autocertificazione di disoccupazione;
- Autocertificazione di esistenza in vita;
- Autocertificazione a cura degli eredi;
- Autocertificazione Inps.
Attraverso le dichiarazioni sostitutive di atto notorio, invece, puoi certificare tutte le condizioni, le qualità personali e i fatti di cui sei a conoscenza..
Autocertificazione non accettata: cosa fare
Sai già che gli uffici privati hanno la facoltà di accettare la tua autocertificazione o di chiederti dei certificati tradizionali che provino ad esempio il tuo stato sociale o i tuoi titoli di studio, cosa che non vale per gli uffici pubblici, che invece hanno l’obbligo di accettare la tua documentazione e procedere semmai a dei controlli sulla veridicità del contenuto delle tue dichiarazioni.
L’articolo 328 del codice Penale sostiene che se un pubblico ufficiale o un funzionario del pubblico ufficio non ammette un'autocertificazione o una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, nonostante ci siano tutti i presupposti per accettarla, rischia una sanzione per omissione o rifiuto atti d’ufficio. Cosa fare in questi casi?
Innanzi tutto devi accertarti di identificare il responsabile della pratica, chiedendogli nome, cognome, qualifica, il numero di protocollo della pratica e il tipo di procedimento attribuito: in questo modo non sarà difficile risalire al pubblico ufficiale o al funzionario che ha commesso l’infrazione.
In secondo luogo, devi richiedere che egli motivi le ragioni del mancato accoglimento della dichiarazione per iscritto, segnalando il tesserino che riporta gli estremi della pratica al Comitato Provinciale della Pubblica Amministrazione presso la Prefettura del luogo in cui è stata rifiutata l’autocertificazione e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Funzione Pubblica - Roma.
La richiesta deve essere redatta in forma scritta, a questo proposito puoi utilizzare il
Il funzionario che non risponde entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta, riportando le ragioni del rifiuto, rischia sanzioni amministrative e penali, una multa fino a 1000 euro e un periodo di reclusione fino ad un anno.
Essendo una procedura d’ufficio, non è necessaria una querela o un'istanza particolare da presentare, l’unica denuncia a cui deve rispondere il funzionario pubblico è quella di omissione di atti d’ufficio. In alternativa puoi rivolgerti al Difensore Civico, un’autorità che tutela i tuoi diritti in caso essi non vengano riconosciuti dalla Pubblica Amministrazione. Scarica il