Contratto di locazione ad uso ufficio professionale: modello editabile

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Da questa scheda è possibile scaricare un fac simile di contratto di locazione ad uso ufficio. Il modello è disponibile anche in formato editabile (DOC), dunque facilmente personalizzabile.

Locali uso ufficio: in cosa consiste

Il contratto di locazione ad uso ufficio formalizza un accordo tra due soggetti: il locatore mette a disposizione un bene immobile per un determinato periodo di tempo al conduttore, che a sua volta si impegna a versargli un canone mensile.

La locazione uso ufficio si differenzia da quella abitativa poiché ha per oggetto immobili realizzati ed accatastati al fine di accogliere uffici e studi privati. Vi rientrano, ad esempio, quegli immobili che sono destinati allo svolgimento di un’attività professionale, come quella legale, fiscale, commerciale, notarile, ecc.

Locazione immobile abitativo ad uso ufficio: è possibile?

La domanda che spesso molti si pongono è: si può affittare ad uno studio professionale un immobile ad uso abitativo?

La risposta è no. Ciò per un discorso strettamente legato alla categoria catastale dell'immobile. Normalmente un appartamento ad uso abitativo appartiene alla categoria catastale A2 (abitazioni di tipo civile), A3 (abitazioni di tipo economico) o A4 (abitazioni di tipo popolare). Per gli studi e gli uffici privati, invece, la categoria catastale è A10.

Dunque se il proprietario intende affittarlo ad un commercialista, ad un avvocato, ad una agenzia assicurativa o ad un laboratorio per analisi, deve necessariamente effettuare una variazione catastale.

Ciò in quanto i dati catastali dell'immobile vanno specificati nel contratto di locazione, che a sua volta va registrato -  entro 30 giorni dalla data di sottoscrizione - presso l'Agenzia delle Entrate. La mancata o errata indicazione della categoria catastale comporta l'applicazione di una sanzione che va dal 120% al 240% del valore dell'imposta di registro.

Il proprietario si esporrà, inoltre, al recupero dell'IMU e della TARI da parte del Comune, dal momento che per gli immobili ad uso ufficio le imposte sono più elevate.

Non solo. Qualora il proprietario non informasse l'affittuario circa la reale destinazione dell'appartamento (ad uso abitativo e non ad uso ufficio), si esporrebbe non solo alla risoluzione del contratto, ma anche al risarcimento dei danni provocati in questo caso allo studio, all'agenzia o al laboratorio che a causa di questo abuso non hanno potuto fruire dell'immobile.

Non si commettono invece irregolarità nel caso in cui l'inquilino, che ha stipulato un regolare contratto di locazione ad uso abitativo, destina una parte dell'appartamento come sede del proprio ufficio. Si parla in questo caso di locazione parziale immobile uso ufficio.

Contratto di locazione ad uso ufficio professionale: durata e recesso

La durata del contratto di locazione ad uso ufficio è di 6 anni e alla scadenza si rinnova tacitamente per un analogo periodo.

Nel contratto di locazione ad uso ufficio proprietario ed inquilino possono stabilire che quest'ultimo possa recedere in qualsiasi momento, purché provveda ad avvisare il locatore almeno 6 mesi prima, con una lettera raccomandata, specificandone l’effettiva data di recesso.

Può recedere anticipatamente dal contratto anche il locatore (sempre con preavviso di 6 mesi), ma in questo caso l’affittuario ha diritto ad una indennità economica per la perdita dell’avviamento commerciale pari a 18 mensilità.

Dal nostro portale è possibile scaricare questo fac simile di

Nonostante i patti, il conduttore può sempre recedere dal contratto in presenza di “gravi motivi” (chiusura o trasferimento dell’attività, crisi aziendale, ecc.), dandone comunicazione con un preavviso di 6 mesi. Anche in questo caso il nostro portale offre l'opportunità di scaricare gratuitamente la

Rinnovo del contratto di locazione ad uso ufficio

Come detto il contratto di locazione ad uso ufficio si rinnova alla prima scadenza di un analogo periodo, ossia di 6 anni.

Il rinnovo non ha luogo se viene comunicata la disdetta all'altra parte, sempre con raccomandata, 12 mesi prima della scadenza.

Alla prima scadenza contrattuale, ossia 6 anni, il proprietario può non concedere il rinnovo per i seguenti motivi:

  • necessità di adibire l'appartamento ad uso abitazione, per se, per il coniuge, per i figli, genitori o nipoti;
  • necessità di utilizzare l'appartamento per esercitare una attività professionale per proprio conto o per conto del coniuge, del figlio, ecc.;
  • necessità di procedere ad una integrale ristrutturazione dell'immobile oppure ad una sua demolizione e ricostruzione.

Quando ricorre uno di questi casi, il proprietario dell'immobile deve adibire l'immobile all'uso per cui era stato richiesto il rilascio nel termine di 6 mesi dalla riconsegna. Se non lo fa, il conduttore ha la possibilità di chiedere:

  • il ripristino del contratto disdetto in precedenza;
  • il rimborso delle spese di trasloco e di tutti gli altri oneri connessi all'interruzione del contratto;
  • il risarcimento dei danni in misura non superiore a 48 mensilità per perdita di avviamento.

Tags:  locazione affitto

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