Modulo richiesta di storno costi di disattivazione linea telefonica
Fac simile lettera con cui il cliente può reclamare nei confronti del proprio gestore telefonico nel caso in cui, con il recesso dal contratto, gli vengano addebiti in fattura costi di disattivazione in misura superiore rispetto a quanto previsto contrattualmente.
I costi di disattivazione vanno pagati?
La risposta è si. Inoltre sono dovuti sia in caso di cessazione della linea che di migrazione verso un altro operatore.
Tuttavia l’Agcom ha stabilito che l’importo delle spese addebitate al cliente non può eccedere il valore minimo tra il prezzo dell’offerta, pari alla media dei canoni che il gestore telefonico si aspetta di riscuotere mensilmente dal cliente che non recede dal contratto, e i costi realmente sostenuti dall’operatore, anche se giustificati.
I costi di disattivazione devono essere portati a conoscenza del cliente attraverso la pubblicazione delle informazioni sulla pagina web “trasparenza tariffaria” e nella nota informativa da allegare al contratto.
Cosa si paga oltre ai costi di disattivazione?
La Delibera dell'Agcom sul recesso anticipato precisa che il cliente è tenuto
- alla restituzione degli sconti di cui ha eventualmente beneficiato. I contratti telefonici, specie se prevedono l’applicazione di un piano tariffario agevolato, presentano generalmente una durata temporale minima (ad es. 2 anni) che viene fissata anticipatamente e inserita nel contratto. Se il cliente decide di disdire prima della durata minima stabilita, la compagnia ha diritto al recupero degli sconti usufruiti dal cliente, ma in misura proporzionale alla durata residua dell’eventuale promozione;
- al pagamento delle rate residue, se con l’adesione al contratto per la fornitura dei servizi voce e/o dati, ha acquistato anche prodotti e servizi (smartphone, tablet, modem, assistenza tecnica, ecc.). In questo caso, tuttavia, al cliente gli deve essere offerta la possibilità di scegliere se pagare in un’unica soluzione o continuare a pagare le rate residue fino alla scadenza.
Quando utilizzare la lettera per richiedere lo storno dei costi di disattivazione
Il fac simile disponibile in questa scheda va utilizzato se
- l’utente dovesse ravvisare una difformità tra i costi pubblicati dall’operatore telefonico e i costi richiesti o addebitati in fattura;
- se l'importo relativo agli sconti non dovuti risultasse calcolato in maniera non equa e proporzionale;
- se al cliente gli venisse imposto, rispetto alle rate residue, il pagamento in un’unica soluzione.
Lettera per richiedere lo storno dei costi di disattivazione: esempio
Spett.le
……………………….
……………………….
Raccomandata A.R./PEC
Oggetto: ricorso per addebito costo di disattivazione
Il/la sottoscritto/a ……………………………, titolare dell’utenza telefonica +39 ………………………. con la Vs. Compagnia, in riferimento alla fattura n° ………. del …………..
CONTESTA
l’addebito di € ………,00 (…………./00) per “COSTO DI DISATTIVAZIONE” in relazione alla richiesta di disdetta del rapporto contrattuale trasmessa dal/dalla sottoscritto/a in data …….
Ciò in quanto le Condizioni Generali di Contratto e la sezione “Trasparenza tariffaria delle offerte di linea Fissa” presente sul Vostro sito ufficiale, specificano chiaramente che in caso di .......... (specificare se si tratta di cessazione della linea o migrazione) i costi di disattivazione previsti per .... (specificare se si tratta di linea fissa o di altri servizi) sono pari a ………
Per tutto quanto sopra riportato, avvisando che in attesa si è provveduto al blocco dell’addebito SEPA, con la presente invia formale diffida a provvedere, entro il termine perentorio di giorni 15 dal ricevimento della presente, allo storno del suddetto importo e contestualmente all’invio della nuova fattura.
Cordiali saluti.
Come trasmettere la lettera
Il modulo richiesta di storno costi di disattivazione linea telefonica va spedito mediante raccomandata con avviso di ricevimento o tramite PEC.
Ricordarsi di allegare al modulo di disdetta una copia del documento di identità.
Ricordiamo che le compagnie telefoniche non possono imporre obblighi di preavviso superiori ai 30 giorni. Dunque una volta che il gestore ha ricevuto il modulo di disdetta e ha preso in carico la richiesta, deve concludere il procedimento di risoluzione contrattuale entro un lasso temporale massimo di un mese.
Nel caso in cui con la diffida non si ottenga l'effetto sperato, consigliamo di optare per la conciliazione, uno strumento semplice, rapido e gratuito, che consente di trovare una soluzione amichevole alle controversie.
A tal proposito ricordiamo che si può conciliare attraverso le principali associazioni dei consumatori (conciliazione paritetica) o per mezzo dei CoReCom (Comitati Regionali per le comunicazioni).