Modulo congedo paternità PDF

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 28/05/2025
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Modulo con cui il lavoratore dipendente chiede al proprio datore di lavoro di poter fruire del congedo di paternità di 10 giorni, così come previsto dalla Legge 92/2012, in virtù della nascita/adozione del proprio figlio.

Congedo di paternità obbligatorio: come funziona

Il congedo paternità è una particolare forma di astensione dal lavoro che viene concessa al padre lavoratore dipendente in occasione della nascita di un nuovo figlio o dell'entrata in famiglia di un nuovo componente adottato o in affido.

In particolare possono fruire del congedo i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, i lavoratori domestici e i lavoratori agricoli a tempo determinato. Non ne possono invece beneficiare gli autonomi in gestione separata e i lavoratori dello spettacolo.

In buona sostanza grazie ad esso, il padre ha la possibilità di assentarsi dal lavoro e continuare comunque a percepire il 100% della retribuzione, oltre che beneficiare dell'accredito dei contributi figurativi. L’indennità viene anticipata in busta paga dal datore di lavoro, tranne nei casi in cui sia previsto il pagamento diretto da parte dell’Inps.

Come detto i giorni di congedo sono 10 (non devono essere necessariamente continuativi) e vanno fruiti nell’arco temporale che va dai 2 mesi prima del parto ai 5 mesi successivi alla nascita. E' possibile fruirne anche durante il congedo di maternità della madre lavoratrice. Spetta anche in caso di morte perinatale del figlio.

In caso di parto plurimo, la durata del congedo è aumentata a 20 giorni lavorativi.

Il congedo paternità, sia obbligatorio che facoltativo, può essere richiesto anche se il padre percepisce l’indennità di disoccupazione, l’indennità di mobilità o il trattamento di integrazione salariale straordinario.

Come richiedere il congedo di paternità

La richiesta del congedo di paternità Inps, può essere avanzata in due modi distinti:

DATORE DI LAVORO

Se l'indennità di congedo di paternità è anticipata dal datore di lavoro, allora il padre lavoratore deve comunicare in forma scritta al datore di lavoro le date in cui intende fruirne. Ti offriamo un

Tale domanda va inoltrata con un anticipo di almeno 5 giorni, e ove richiesto in relazione all'evento nascita, sulla base della presunta data del parto.

Nel caso in cui il padre faccia richiesta del congedo paternità facoltativo, deve allegare alla richiesta una dichiarazione della madre di non fruizione del congedo di maternità a lei spettante per un numero di giorni pari a quelli richiesti dal padre, con conseguente riduzione del congedo di maternità. Tale dichiarazione deve essere presentata anche al datore di lavoro della madre a cura di uno dei due genitori.

INPS

Se l'indennità di congedo paternità è pagata direttamente dall’INPS, la domanda congedo paternità deve essere inoltrata esclusivamente per via telematica all'istituto di previdenza attraverso uno dei seguenti canali:

  • sito dell'Inps (area Servizi On Line). A tal fine occorre disporre delle credenziali Spid, CIE o CNS;
  • Contact Center integrato n. 803164 (oppure 06164164);
  • Patronati, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Il datore di lavoro successivamente comunicherà all'INPS, attraverso il flusso UNI-EMENS, le giornate di congedo fruite.

Congedo di paternità e congedo parentale

Il congedo paternità non va associato al congedo parentale, che è quello che spetta facoltativamente ai genitori naturali entro i primi 12 anni di vita del bambino per un periodo complessivo di 10 mesi cumulabili tra mamma e papà (elevabili a 11 qualora il padre lavoratore si astenga dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato non inferiore a 3 mesi), con conseguente riduzione o addirittura esclusione della retribuzione. 

Congedo di paternità e permessi al padre lavoratore

Il congedo di paternità non va neppure accumunato ai permessi lavorativi che la legge riconosce al lavoratore padre in sostituzione del congedo di maternità.

In particolare al papà spettano 2 ore di permesso o riposo giornaliero (1 ora se se l'orario di lavoro è inferiore alle 6 ore giornaliere o se la madre lavoratrice si avvale dell’asilo nido aziendale), quando:

  • la madre è deceduta o è gravemente inferma;
  • il figlio è stato affidato esclusivamente al padre;
  • la madre, lavoratrice dipendente, abbia rinunciato ai riposi;
  • la madre è una libera professionista o una lavoratrice autonoma o non lavora e come tale non ha diritto ai riposi;
  • la madre ha abbandonato il figlio.

Tali permessi spettano durante il primo anno di vita del bambino oppure durante il primo anno dall’ingresso in famiglia del minore in caso di adozione o affidamento. In caso di parto o di adozioni o affidamenti plurimi le ore di permesso sono raddoppiate.

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