Tassa rifiuti non pagata: cosa succede

- Ultimo aggiornamento: 04/07/2023
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In caso di tassa rifiuti non pagata dopo 5 anni il contribuente ha il diritto di opporsi all'avviso di accertamento facendo valere la prescrizione. Ciò naturalmente a patto che in questo lasso di tempo egli non abbia ricevuto altre comunicazioni dall'amministrazione in merito all'omesso o parziale versamento del tributo.

Cos'è la TARI

Chiariamo innanzitutto che TARI, acronimo di TAssa sui RIfiuti, è un tributo comunale necessario per finanziare i costi per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

La TARI deve essere pagata da chi possiede/occupa/detiene locali o aree scoperte operative a qualsiasi uso destinati (a titolo esemplificativo abitazioni, box, uffici, negozi, magazzini, laboratori, palestre, ecc.), suscettibili di produrre rifiuti.

Il tributo non è dovuto da chi detiene l'immobile per un periodo non superiore a sei mesi (ad esempio un immobile locato per un periodo di vacanza). In questo caso è il possessore (proprietario o titolare di usufrutto, uso, abitazione o superficie) a doversi accollare l'onere del pagamento.

Il tributo si applica dal giorno in cui inizia il possesso, l'occupazione o la detenzione dei locali o delle aree, fino al giorno in cui termina.

Ogni comune ha tariffe diverse, ma anche forme di riduzione ed esenzione.

La TARI va pagata annualmente tramite modello F24 (codice tributo 3944), bollettino postale o MAV.

TARI non pagata dopo 5 anni: scatta la prescrizione

Cosa succede se il contribuente per qualche motivo non paga la TARI? Molto semplice: prima o poi si vedrà recapitare a casa o in ufficio una cartella di pagamento. Dalla notifica dell'atto avrà a disposizione 60 giorni per provvedere al versamento di quanto dovuto, diversamente sarà passibile di esecuzione forzata e, quindi, di pignoramento.

Chiaramente prima di provvedere al pagamento, è opportuno che il contribuente verifichi con attenzione che le pretese dell'amministrazione comunale siano legittime o meno. Il contribuente, infatti, potrebbe aver regolarmente comunicato la disdetta tassa rifiuti, oppure potrebbe aver chiesto all'amministrazione l'esenzione Tari o ancora la riduzione Tari, così come potrebbe ritenere non correttamente applicata la tariffa o rilevare una erronea indicazione del periodo di occupazione.

Nel caso in cui una di queste ipotesi fosse accertata dai fatti, il contribuente dovrebbe proporre nei termini stabiliti un ricorso nei confronti dell'amministrazione e chiedere l'annullamento della cartella. Questo il  

Ma il contribuente potrebbe opporsi alle pretese di pagamento da parte dell'amministrazione anche facendo valere la prescrizione TARI.

Ricordiamo che in linea generale la prescrizione è un istituto giuridico che prevede la perdita di un diritto - in questo caso alla riscossione del tributo - nel momento in cui esso non viene esercitato entro un termine prefissato dalla legge.

Nel caso della TARI la prescrizione è fissata in 5 anni. Questo significa che se trascorrono più di 5 anni dalla data in cui doveva essere effettuato il relativo pagamento, il Comune non potrà richiedere più nulla. Così per la TARI 2016, il Comune potrà legittimamente pretendere il pagamento del tributo entro il 31 Dicembre 2021 (la prescrizione decorre dal 1 Gennaio 2017). Nel caso in cui l'avviso fosse notificato soltanto a Gennaio 2022, il contribuente potrebbe proporre un ricorso facendo valere la prescrizione TARI.

In caso di spazzatura non pagata gli stessi eredi potrebbero invocare la prescrizione.

Ma attenzione: se nel periodo compreso tra il 1° Gennaio 2017 e il 31 Dicembre 2021, il contribuente riceve una qualsiasi comunicazione con raccomandata a.r. da parte del Comune (un sollecito, una diffida, ecc.), la prescrizione si interrompe e il termine di 5 anni comincia nuovamente a decorrere.

Ma non è tutto. Infatti oltre ai 5 anni previsti per la prescrizione, c'è un altro termine che il contribuente deve tenere in debita considerazione: quello relativo alla decadenza.

In pratica la cartella di pagamento o l’ingiunzione fiscale devono essere notificati al contribuente, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento sulla Tassa Rifiuti (TARI) è divenuto definitivo.

Prescrizione tassa rifiuti: come farla valere

Ai fini della prescrizione Tari è fondamentale che il ricorso venga proposto entro 60 giorni dalla notifica davanti alla Commissione Tributaria (meglio farsi assistere dal proprio commercialista in questi casi).

L'alternativa potrebbe essere quella di presentare un'istanza di autotutela direttamente al Comune.

Ma attenzione perché in questo caso i termini per l’impugnazione dinanzi al giudice (60 giorni) non si sospendono.

Tags:  tassa sui rifiuti

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