Celiachia: come accedere alle agevolazioni statali

Essere celiaci è una condizione comune a moltissime persone in Italia: in Italia si stimano circa 600.000 casi, pari all’1% della popolazione, ma i diagnosticati ad oggi sono appena 190.000. L’AIC (Associazione Italiana Celiachia), però, sottolinea che le diagnosi emerse non sono altro che la punta di un iceberg, in quanto sono in tanti che convivono con la celiachia anche se la patologia non viene accertata dalle analisi cliniche. Si può dire che quest’ultima sia senza dubbio la condizione più svantaggiata, in quanto i soggetti affetti da celiachia silente soffrono di disturbi di vario tipo senza che le analisi attestino la reale presenza della malattia. Al contrario, chi ha un quadro clinico chiaro e definito può prendere provvedimenti e accedere alle agevolazioni previste dallo Stato. In questo articolo ci dedicheremo ad illustrarti cos'è la celiachia, quali sono i disturbi più comuni, come riadattare le proprie abitudini alimentari e quali sono i bonus offerti dallo Stato Italiano. Cominciamo.

Celiachia: che cos’è

La Celiachia è una patologia dell’apparato intestinale, caratterizzata da Dermatite Erpetiforme. È causata dal glutine, una proteina presente in diversi cereali (frumento, farro, segale, kamut, orzo, ecc.), la cui ingestione provoca lesioni cutanee, distruzione della mucosa e altri disturbi come ad esempio dissenteria, meteorismo, crampi, e convulsioni. Ricordiamo che tra i cereali che non contengono glutine ci sono il mais ed il riso.

Se non si interviene subito, riadattando le proprie abitudini alimentari con una dieta ad hoc, la celiachia non curata può portare anche ad infertilità temporanea, osteoporosi, debolezza muscolare, alopecia e così via. Essere celiaci, ad oggi, non è una condizione assai limitante. Certo, è necessario escludere completamente dalla propria dieta il glutine, tuttavia ciò non è poi così complesso.

Innanzitutto abbiamo molte più informazioni a riguardo, rispetto a 10 o 15 anni fa: qualora volessi approfondire l’argomento, infatti, potresti contare su numerosi articoli e portali web specializzati. Il più accreditato è il sito dell’AIC, www.celiachia.it. Nell’ultimo decennio, inoltre, non solo l’intolleranza, ma anche la sensibilità transitoria al glutine è diventata assai comune, influenzando il mercato alimentare. Ad oggi moltissimi brand offrono prodotti senza glutine a prezzi leggermente superiori rispetto alla linea classica e in molti hanno investito nel settore biologico, aprendo negozi alimentari, gastronomie o ristoranti debitamente attrezzati per offrire un ottimo servizio ai celiaci e più in generale alle persone che hanno bisogni alimentari specifici, dopo aver diagnosticato delle intolleranze alimentari.

Celiachia: come si manifesta

La celiachia può manifestarsi in mille modi diversi, sia attraverso dei disturbi limitati all’apparato digerente, sia tramite dei sintomi extra-intestinali, come afta della bocca, alopecia ecc. A differenza dell’allergia vera e propria al grano, che si scatena al semplice contatto, la celiachia provoca danni all’intestino solo se gli alimenti vengono ingeriti, ecco perché per evitare ulteriori complicanze è necessario seguire una dieta completamente priva di glutine ed evitare la contaminazione con esso anche durante la preparazione e la conservazione dei cibi. Va anche detto che la celiachia può esordire in qualsiasi età e una volta manifestatasi non regredisce. Pertanto anche la dieta senza glutine va seguita per tutta la vita.

Purtroppo avere dei disturbi gastrointestinali quando si assume del glutine non è rilevante per diagnosticare la celiachia, che al contrario deve essere accertata tramite le analisi del sangue e la biopsia della mucosa duodenale. Se le analisi risultano positive è bene interrompere immediatamente l’assunzione di alimenti tossici, preferendo altre valide alternative. Dire addio alla pasta o alla pizza di grano duro, ai dolci tradizionali o alle merendine può sembrare la fine del mondo, tuttavia il rigore alimentare è l’unica terapia utile per evitare l’insorgenza di malattie ben più gravi: un esempio è il linfoma intestinale.

La celiachia può manifestarsi a tutte le età: dai primi mesi di vita fino all’età adulta. Non c’è un motivo scatenante, solo una predisposizione genetica che può sfociare subito (tieni presente che gli alimenti in cui è presente il glutine si introducono a partire dai 6 mesi di vita in poi) oppure rimanere latente per moltissimi anni.

Celiachia: etichettatura degli alimenti

Gli alimenti adatti alle persone affette da celiachia non devono contenere glutine e devono essere prodotti in ambienti sterili, azzerando ogni possibilità di contaminazione. Le aziende che producono, inscatolano e distribuiscono alimenti per celiaci devono rispettare il Regolamento CE 41/2009. Nello specifico, i prodotti gluten free devono riportare il marchio dell’AIC e il bollino verde del Ministero della Salute. Per avere la lista completa degli alimenti gluten free attualmente in commercio è possibile consultare i prontuari compilati dall’Associazione Italiana Celiachia e dal Ministero della Salute.

Celiachia: le forme di tutela offerte dello Stato

La celiachia è stata classificata come una malattia rara, dunque i soggetti affetti hanno diritto a tutta una serie di agevolazioni, che approfondiremo tra un attimo. Prima di addentrarci in questo argomento è importante sapere che chi soffre di una malattia rara è esente dal pagamento del ticket sanitario per gli esami e tutte le prestazioni sanitarie utili al monitoraggio e alla prevenzione delle complicanze della malattia.

Con specifico riferimento ai soggetti celiaci, il SSN (Sistema Nazionale Sanitario) prevede 3 particolari forme di tutela: la prima è appunto l’esenzione del ticket sanitario per gli esami diagnostici periodici; la seconda è un bonus di importo variabile che serve per sostenere le spese alimentari, in particolare l’acquisto di prodotti dietetici privi di glutine; la terza riguarda la somministrazione di pasti gluten free in ospedale o presso le mense scolastiche. Leggi in propostio il post dedicato al tema dell'esenzione ticket sanitario.

Celiachia: esami diagnostici in esenzione

Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 12 gennaio 2017, nel settore della celiachia (e non solo) sono entrati in vigore i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). La celiachia, in particolare, non è più classificata come malattia rara, bensì come malattia cronica. Ciò per il fatto che una fetta sempre più ampia della popolazione ne rimane colpita e che la diagnosi per individuare la malattia è diventata snella e poco onerosa (al contrario di quanto accade per le malattie rare). Dunque il codice malattia nazionale che identifica la celiachia è lo 059.

In buona sostanza la persona a cui viene diagnosticata la celiachia può accedere in regime di esenzione a tutte le prestazioni di specialistica ambulatoriale comprese nei LEA, utili al monitoraggio della patologia e alla prevenzione delle complicanze e degli eventuali aggravamenti.

Chiaramente la persona affetta da celiachia deve risultare in possesso di un attestato di esenzione. Tale attestato si richiede attraverso la semplice presentazione di un certificazione di malattia redatta da uno specialista del Sistema Sanitario Nazionale. Questo significa che il soggetto dovrà sottoporsi ad una visita ed effettuare delle analisi cliniche prescritte dal medico specialista. A tal riguardo è bene sapere che non è più prevista l’esenzione per le prestazioni volte alla diagnosi della celiachia. Se l'esito delle analisi fosse negativo purtroppo non potrebbe accedere a nessuna delle forme di tutela previste dallo Stato.

Qualora, nell’esecuzione delle procedure utili alla determinazione della patologia celiaca, subissi gravi disservizi, riscontrassi dei problemi con il personale sanitario o gravi mancanze nell’organizzazione del Distretto Sanitario Locale, il consiglio che ti diamo è quello di non rassegnarti a subirli passivamente. Al contrario, è meglio segnalare le criticità tramite un reclamo scritto che puoi presentare o inviare tramite posta raccomandata all'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) e/o alla direzione sanitaria della struttura. Per approfondire questo argomento ti consigliamo di leggere: “Sanità: come e dove presentare segnalazioni e reclami”.

Celiachia: esenzione per l’acquisto di alimenti gluten free

Per ottenere l’esenzione, in virtù del Decreto del Ministero della Sanità 8 Giugno 2011, occorre innanzitutto accertare la celiachia, tramite le analisi del sangue e la biopsia. Dopo aver effettuato le visite, bisogna recarsi presso la Asl territorialmente competente, avendo cura di portare con sé tutti i documenti e i referti utili, in modo da poter richiedere il codice di esenzione e i buoni per l’acquisto di alimenti gluten free. Nello specifico è necessario presentare il certificato medico che attesti la celiachia, il quale deve essere rilasciato da un centro ospedaliero o universitario del Servizio Sanitario Nazionale.

In più è importante specificare che, sebbene i limiti di spesa siano stati determinati dal Decreto del Ministero della Salute 4 maggio 2006, per poi essere periodicamente aggiornati, l’importo del bonus si diversifica in base al genere e all’età anagrafica del soggetto stesso. Anche il luogo di residenza e dunque la rispettiva Azienda Sanitaria Locale possono incidere sull’importo del bonus, ecco perché, per ottenere informazioni chiare e dettagliate, è meglio rivolgersi al proprio medico curante oppure al Distretto Sanitario competente nel territorio di residenza.

I buoni mensili utili all’acquisto di prodotti dietetici senza glutine partono da 45 euro e possono arrivare anche a 140. Questo, chiaramente, dipende dalle caratteristiche del soggetto richiedente. I neonati da 6 mesi ad 1 anno hanno il diritto di ricevere buoni mensili di valore pari a 45 euro; i bambini da 1 anno fino a 3 anni e mezzo, invece, hanno il diritto di ricevere un buono pari a 62 euro; da 4 a 10 anni il bonus mensile sale a 94 euro, per poi arrivare direttamente agli importi previsti per gli adulti, che prevedono un tetto di spesa mensile massima di 99 euro per le donne e 140 euro per gli uomini.

I buoni possono essere spesi nelle farmacie e nei negozi specializzati. Superato il tetto massimo previsto dall’Azienda Sanitaria Locale, il soggetto dovrà provvedere di tasca propria all’acquisto dei prodotti alimentari specifici per celiaci. Vuoi sapere di quali prodotti stiamo parlando? Biscotti, crackers, pane, pizza, pasta, focacce, grissini, fette biscottate, croissant, crostate, merendine, baguette, gallette di riso e centinaia di altri prodotti. Per conoscere l’elenco completo puoi consultare il Registro nazionale dei prodotti senza glutine presente sul sito del Ministero della Salute.

Su Moduli.it puoi scaricare un fac simile di richiesta buoni celiachia. Va compilato e presentato al distretto sanitario di appartenenza.

Questa, invece, la dicitura che identifica i prodotti senza glutine.

Celiachia: a mensa senza glutine

Oltre ai buoni per l’acquisto di alimenti specialistici, i soggetti celiaci hanno il diritto di ricevere anche un servizio mensa specializzato, che cucini e trasporti cibi ed alimenti rigorosamente senza glutine. La possibilità di richiedere la somministrazione dei pasti senza glutine è stata pensata per i bambini che frequentano la scuola, come per i soggetti di tutte le età, qualora dovessero essere ricoverati in ospedale. Chiaramente, per espletare formalmente la richiesta presso l’Istituto Scolastico o la struttura ospedaliera è essenziale presentare il certificato che attesti la patologia, il quale, te lo ricordiamo, deve essere rilasciato da un centro ospedaliero o universitario del Servizio Sanitario Nazionale.

Celiachia facile grazie alla rete

A volte, chi soffre di intolleranze alimentari può arrivare a credere che la vita sociale (soprattutto nel Bel Paese) giri intono al cibo. Gli amici ti invitano a cena, le festività si passano per lo più seduti a tavola, anche a lavoro spesso ci si ritrova a condividere una colazione o uno snack tra una pratica e l’altra. Avendo delle limitazioni, in questo caso parlando di celiachia ci riferiamo al glutine, dunque ai prodotti derivati dal grano e altri farinacei, è normale sentirsi fuori luogo.

Al tempo stesso non vale la pena rassegnarsi, in quanto i negozi biologici offrono una miriade di prodotti senza glutine estremamente gustosi, dunque appetibili anche a chi non ha problemi con la proteina, ma convive con una persona celiaca. Preparare e offrire un pasto gluten free potrebbe essere un ottimo modo per abbattere il muro delle convenzioni e scoprire gusti nuovi. Perfino ristoranti, pizzerie, alberghi e gelaterie si sono strutturate per offrire un servizio ai clienti affetti da celiachia. Sul sito dell'AIC abbiamo letto che sono oltre 4.000 gli esercizi che hanno seguito un percorso di formazione da parte dell'Associazione.

Se hai appena scoperto di essere celiaco, non disperare, al contrario cerca di vedere nei tuoi nuovi limiti tante possibilità. Ad oggi ne hai tantissime: puoi esplorare cucine esotiche, basate su prodotti naturalmente privi di glutine (un esempio lampante è la cucina giapponese); oppure puoi restare in Italia e provare le versioni gluten free delle classiche ricette regionali. Come fare? Inizia a seguire qualche food blog dedicato alla celiachia. A noi sono piaciuti molto “Una cucina tutta per sé” (www.unacucinatuttaperse.it), “PaneAmoreCeliachia” (www.paneamoreceliachia.it), “La cassata celiaca” (www.lacassataceliaca.ifood.it) e “Celiaca Inquieta” (www.celiacainquieta.com).

Segui anche i relativi profili Instagram per vedere con i tuoi occhi quanto possono essere appetitosi i piatti senza glutine, per goderti i piaceri della tavola pur rispettando la dieta. Su Facebook, invece, puoi iscriverti a dei gruppi di condivisione basati sulla Celiachia, oppure seguire la pagina dell’Associazione Italiana Celiachia, sempre aggiornata con le ultime novità, tanti consigli e curiosità per vivere al meglio, anche senza glutine.

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50266 - marino g.
12/09/2017
Non soffro di celiachia o d'altro, ma ho trovato molto utile l'articolo tanto che ho inviato l'URL ad un'amica celiaca.


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