Ricetta medica: cos’è e come si utilizza

Alcune persone fanno fatica a distinguere tra le varie tipologie, molte ignorano i limiti di validità, quasi tutti non riescono a capire quali informazioni obbligatorie deve contenere ad esempio in caso di esenzione. Di che cosa stiamo parlando? Della ricetta medica naturalmente. Quel foglietto di carta che il medico ci rilascia dopo una visita, con cui possiamo recarci in farmacia per acquistare le medicine oppure al distretto sanitario locale per prenotare visite mediche specialistiche, esami, analisi del sangue e così via. Quanto ne sai, a proposito? Conosci le diverse scadenze? Ne differenzi gli utilizzi? Sai cos’è la ricetta elettronica e cosa cambia rispetto al passato? Per saperne di più o per un ripasso generale puoi leggere questo articolo, nel quale ti illustreremo quali tipologie di ricette mediche esistono, a cosa servono e quali limiti hanno. A te non resta che metterti comodo, inforcare gli occhiali e goderti la lettura.

Ricetta medica bianca

Questa ricetta è molto semplice da riconoscere, in quanto il medico può compilarla a mano o al computer su semplice carta bianca, che solitamente è intestata, ma potrebbe tranquillamente non esserla. La ricetta medica bianca è valida se contiene una serie di informazioni, come: il nome e il cognome del medico, il nome del farmaco o del principio attivo, il luogo e la data di emissione, la firma autografa del medico. Non è necessario includere il nome del paziente, anche se diversi medici continuano a precisarlo. La ricetta medica bianca può essere utilizzata per prescrivere farmaci, prestazioni di diagnostica strumentale, esami di laboratorio, ecc. La sua validità non può essere superiore a sei mesi a partire dalla data di compilazione. Qualsiasi farmaco o prestazione prescritta mediante ricetta medica bianca è a totale carico del paziente, mentre le prestazioni o i farmaci prescritti mediante ricetta medica del ricettario regionale sono a carico totale o parziale del Servizio Sanitario Nazionale. 

La ricetta medica bianca può essere ripetibile o non ripetibile. Cosa significa? In pratica ci sono ricette che puoi utilizzare più volte per richiedere i medicinali in farmacia e ricette che invece possono essere utilizzare una volta soltanto. Vediamo, nello specifico, quali differenze ci sono tra ricetta medica ripetibile e ricetta medica non ripetibile. La ricetta medica ripetibile è quella che dà diritto all’acquisto di un farmaco più volte nell’arco di un periodo di tempo definito. Chiaramente questa regola vale per i medicinali che, secondo la legge, possono essere dispensati più volte nell’arco di un determinato arco di tempo. Nello specifico, la normativa prevede che i farmaci acquistabili tramite la ricetta medica ripetibile possano essere venduti fino a 10 volte nell’arco di 6 mesi.

Ci sono, però, delle limitazioni: ad esempio i medicinali contenenti sostanze stupefacenti o psicotrope possono essere prelevati mediante ricetta ripetibile solo 3 volte in 30 giorni, mentre in altri casi è lo stesso medico a precisare (nel testo della ricetta) il numero massimo delle confezioni che è possibile acquistare.

La ricetta medica non ripetibile, invece, viene redatta per i medicinali che possono determinare rischi per la salute del paziente. Le stesse confezioni di questi medicinali recano la dicitura "Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica utilizzabile una sola volta". È possibile utilizzarla solo 1 volta ed entro 30 giorni dalla sua compilazione, acquistando solo le confezioni di farmaco indicate nel testo. Sulla ricetta "non ripetibile" va indicato il nome del paziente.

Ricetta medica elettronica

La ricetta medica elettronica rappresenta una novità nell’ambito sanitario. In pratica il formato elettronico è stato introdotto nel 2016 per sostituire in tutto e per tutto la ricetta medica rossa, la cosiddetta "impegnativa", ovvero quella che viene rilasciata dai medici qualora la prestazione sia da considerarsi a carico totale o parziale del Servizio Sanitario Nazionale.

La ricetta medica elettronica è un esempio della progressiva dematerializzazione dei supporti cartacei, in virtù della gestione telematica di pratiche e controlli, anche in ambito sanitario. Quali informazioni contiene la ricetta elettronica? Innanzi tutto ogni ricetta medica online possiede un preciso numero identificativo del medico, oltre chiaramente ai dati del paziente, al medicinale o all’analisi prescritta e alle eventuali esenzioni fruibili dal paziente.

Come vengono inserite queste informazioni sulla ricetta? È molto semplice: il medico non deve far altro che compilare un form attraverso il proprio computer e inviarlo su una specifica piattaforma, consultabile facilmente anche dalle farmacie. Al paziente viene consegnato un promemoria, che dovrà consegnare in farmacia per ricevere i medicinali o al presidio locale per prenotare esami, visite e analisi. Qualora quest'ultimo dimenticasse o perdesse la ricetta medica, potrebbe comunque presentarsi in farmacia o al presidio, dichiarare le sue generalità e attendere la risposta dal sistema informatico. Tutti i medicinali, le visite e gli esami prescritti vengono salvati sui database, dunque rimangono a disposizione del personale autorizzato all’accesso.

Non è finita, c’è un’altra buona notizia: a differenza della classica ricetta medica rossa che siamo abituati ad utilizzare, la ricetta medica elettronica autorizza il ritiro dei medicinali anche fuori regione. In pratica è possibile ritirare i medicinali senza pagare altro che il ticket della propria regione di residenza (se si gode dell'esenzione neppure quello). Come vedremo meglio nel prossimo paragrafo, queste regole non si applicano alle ricette rosse cartacee. 

E se per caso non funzionasse il collegamento telematico, come potrebbero i farmacisti accedere alla ricetta medica elettronica e consegnare le medicine ai pazienti? Questo problema è stato ovviato con l’introduzione appunto del promemoria cartaceo, ossia di un foglio di carta bianca che riporta gli stessi dati contenuti nella classica ricetta rossa, incluso il relativo NRE (numero di ricetta elettronica) che il medico rilascia al paziente, di modo che lo stesso possa presentarlo in farmacia ed ottenere ciò di cui ha bisogno anche in caso di imprevisti e malfunzionamenti tecnici.

La ricetta medica rossa resta attualmente in vigore per la prescrizione di: ossigeno, farmaci stupefacenti, sostanze psicotrope, farmaci in distribuzione per conto, farmaci che richiedono un piano terapeutico AIFA, farmaci prescritti al domicilio del paziente o in RSA. I farmaci stupefacenti e quelli contenenti sostanze psicotrope, invece, possono essere prescritti solo mediante l’utilizzo di uno speciale ricettario di colore rosso, che viene distribuito ai medici direttamente dall’Azienda Sanitaria Locale. Questa speciale ricetta deve contenere delle informazioni specifiche circa la sua somministrazione durante il periodo di validità, che è di 30 giorni. È necessario compilare 3 copie della medesima ricetta medica per stupefacenti: una viene conservata dal medico, una rimane al paziente e una va consegnata al farmacista. Attenzione, poiché ogni copia deve contenere il timbro del medico che l’ha emessa, il nome e il cognome, l’indirizzo dello studio e il suo numero di telefono professionale.

Ricetta medica: validità e limiti

In linea generale possiamo dire che la ricetta medica con la prescrizione di farmaci ha una validità di 30 giorni. Invece la ricetta medica con prescrizione di visite specialistiche, analisi del sangue e accertamenti diagnostici ha la validità di un anno. Tuttavia non è escluso che alcune regioni abbiano previsto termini diversi, per cui il consiglio è sempre quello di chiedere al proprio medico o direttamente alla Asl.

Andiamo ora ad illustrare quali sono per così dire i limiti della ricetta medica. Partiamo dalla quantità dei medicinali prenotabili mediante ricetta medica. Solitamente ogni ricetta medica consente il ritiro di 2 confezioni di medicinale, tuttavia chi ha un’esenzione dovuta ad una patologia cronica può ottenere medicinali che coprano un periodo di 180 giorni (6 mesi) di terapia, a patto che li abbia già usati nei 6 mesi precedenti. Nel caso in cui al paziente venisse prescritto per la prima volta un farmaco non sarebbe possibile ottenere più di una confezione dello stesso, a meno che non ci sia la necessità di assicurare al paziente un periodo di terapia di almeno 7 giorni.

Altro limite: le ricette devono essere suddivise per branca specialistica. Non è possibile includere nella stessa ricetta due prescrizioni inerenti due diverse branche specialistiche. Ti facciamo qualche esempio, di modo che tu possa capire meglio. Se il medico ti prescrive una visita dermatologica e una visita cardiologica dovrà includerle in due ricevute diverse. Se necessitassi di un medicinale per la cura della gola e uno per il mal di testa, il medico dovrebbe compilare due diverse ricette mediche. Questo perché ogni ricetta può includere la prescrizione di 8 diverse prestazioni, ma tutte devono appartenere alla stessa branca specialistica. Devi controllare 7 valori mediante le analisi del sangue? In questo caso potranno essere incluse tutte nella medesima ricetta.

Inoltre molte persone si chiedono cosa fare nel caso in cui avessero una ricetta medica cartacea ma si recassero in una farmacia ubicata in una regione diversa da quella di residenza. Fondamentalmente, le regioni che non si sono ancora adeguate alle nuove disposizioni, potrebbero tranquillamente continuare ad usare la ricetta cartacea, tuttavia è bene ricordarsi che in questi casi essa avrebbe validità regionale. Utilizzandola fuori dalla propria regione di residenza sarà possibile ottenere il farmaco, ma si dovrà pagarne l’intero prezzo. In alternativa ci si può recare presso una guardia medica del luogo e farsi prescrivere una ricetta valida nella regione in cui si ci trova, pagando però la prestazione del medico di guardia.

Tutto ciò, come abbiamo già spiegato, non accadrebbe se nei confronti dello stesso paziente il medico avesse utilizzato la ricetta elettronica? Avendo questa validità nazionale, infatti, la farmacia si limiterebbe a far pagare al paziente il ticket in vigore nella sua regione di residenza. Qualora non sia possibile collegarsi al database informatico, il farmacista dovrà comunque fornire il farmaco al cliente, ma ad esso applicherà il valore del ticket nella regione in cui il paziente si trova al momento dell’acquisto.

E qualora ci si trovasse all’estero? Quale ricetta medica si dovrebbe utilizzare? In questo caso è necessario richiedere preventivamente al medico curante la sottoscrizione di una ricetta medica italiana valida all’estero, che nel gergo tecnico viene definita ricetta transfrontaliera. Per saperne di più, ti consigliamo di leggere “Ricetta medica: quale utilizzare nei paesi dell’Unione Europea”.

Farmaci senza ricetta medica

È sabato: hai un urgente bisogno di un medicinale che deve essere prescritto dal medico. Purtroppo però non hai la ricetta. Cosa fare in questi casi? Diciamo che dipende dall’urgenza, ma soprattutto dalla tipologia di farmaco che si richiede. Per dirla in parole povere: ogni patologia viene trattata in modo diverso. In caso di ipertensione, patologie croniche o trattamento del diabete, il farmacista è autorizzato a consegnare il medicinale solo se:

  • il paziente è in grado di confermare l’abituale uso di quello specifico farmaco;
  • il paziente esibisce un documento rilasciato dall’Autorità Sanitaria che conferma la patologia da curare con il farmaco;
  • il paziente esibisce un documento originale sottoscritto dal medico curante, che attesta l’esistenza della patologia cronica e menziona il farmaco utilizzato per il trattamento;
  • il paziente possiede una ricetta scaduta da non oltre 30 giorni;
  • il farmacista conosce personalmente il paziente, è a conoscenza del suo stato di salute e dei farmaci che solitamente utilizza.

Allo stesso modo, il farmacista può erogare i medicinali senza ricetta nel caso in cui il paziente dimostri di non poter interrompere il trattamento già avviato oppure di dover proseguire un trattamento terapeutico dopo la recente dimissione ospedaliera.

Nonostante ciò è bene ricordare che il farmacista è obbligato a rilasciare solo la confezione contenente il minor numero di medicinali, utili ad assicurare il proseguimento della terapia fino al primo giorno utile per farsi rilasciare una nuova ricetta dal medico curante.

Esami senza impegnativa

Quando ci si riferisce a delle visite specialistiche, piuttosto che a delle analisi o a degli esami specifici, si parla più comunemente di "impegnativa" piuttosto che di ricetta medica, anche se la sostanza non cambia. Vediamo al dunque: quando è strettamente necessaria l’impegnativa e quando, invece, se ne può fare a meno? Solitamente l’impegnativa è sempre necessaria per prenotare le visite e gli esami specialistici presso le strutture pubbliche. Fanno eccezione le urgenze, per le quali chiaramente è necessario recarsi al Pronto Soccorso.

Per ilo resto se il paziente intende rivolgersi ad una struttura privata per una visita oculistica, odontoiatrica o ginecologica, tanto per fare degli esempi, non è tenuto a munirsi dell'impegnativa del medico curante o del medico specialista; tuttavia se intende sottoporsi ad esempio a radiografie, risonanze magnetiche, densitometrie ossee, mammografie, Tac, ecc., anche se non è necessaria l'impegnativa, è sempre richiesta una prescrizione medica.

Medicinali senza ricetta

Come forse saprai, la ricetta medica non è indispensabile per l’acquisto di TUTTI i farmaci. Alcune tipologie di medicinali, infatti, possono essere acquistati tranquillamente presso le farmacie e le parafarmacie, senza alcun bisogno della ricetta medica. Stiamo parlando dei farmaci di automedicazione. Si tratta di farmaci facilmente riconoscibili perché la confezione è contraddistinta da un simbolo recante una croce rossa e una faccina sorridente al centro. La croce è delimitata dalla dicitura "farmaco senza obbligo di ricetta". Rientrano in questa categoria tutti i medicinali che è possibile utilizzare per curare autonomamente piccoli disturbi per un tempo massimo di 4 o 5 giorni. La posologia, la composizione e gli effetti indesiderati sono tutti elencati nel bugiardino, ovvero il foglietto di carta interno alla confezione che contiene tutte le informazioni utili da conoscere prima dell’assunzione.

I farmaci di automedicazione si suddividono in due sottocategorie: gli OTC (farmaci da banco) e i SOP (senza obbligo di prescrizione). Non c’è una gran differenza tra le due, a parte il fatto che dei SOP è proibita la pubblicità.

Ci sono, poi, dei medicinali che richiedono la ricetta non perchè sono a carico del SSN, ma semplicemente per autorizzare il paziente all'acquisto.

Ricorda che i medicinali sono classificati in 3 fasce: la A, la H e la C. I farmaci di fascia A sono quelli i cui costi sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale, quelli di fascia H sono quelli riservati agli ospedali, quelli di fascia C sono a carico del cittadino, a meno che esso non abbia subito un trapianto, sia affetto da una malattia rara o sia un invalido di guerra.

Ricetta medica esenzione ticket

Come sai, ogni volta che prenoti visite specialistiche ed esami di diagnostica strumentale e di laboratorio, acquisti dei medicinali tramite ricetta medica, ti sottoponi a cure termali o ricevi assistenza in pronto soccorso con codice bianco (non urgente), sei tenuto al pagamento del ticket sanitario, un sistema attraverso il quale ognuno di noi partecipa alla spesa nell'ambito del servizio sanitario pubblico. Il valore del ticket solitamente varia in base al tipo di prestazione richiesta, anche se per la legge non può essere superiore a 36,15 euro.

Da precisare che ci sono prestazioni per le quali non è previsto il pagamento di alcun ticket sanitario: ad esempio per le vaccinazioni obbligatorie, per gli esami di diagnostica strumentale e di laboratorio che rientrano tra le iniziative finalizzate alla diagnosi precoce e alla prevenzione collettiva (mammografia, pap test, ecc.), o finalizzate alla tutela della salute collettiva (nel caso in cui ci sia un rischio di epidemia), oppure per i trattamenti erogati durante il ricovero ospedaliero. Ma il ticket sanitario non si applica neppure per l'acquisto di dispositivi medici per persone affette da diabete oppure di protesi, ortesi e ausili tecnologici destinati alle persone con disabilità.

Ci sono poi categorie di cittadini che hanno diritto all’esenzione ticket sanitario. Queste le condizioni e i casi contemplati:

  • particolari situazioni di reddito associate all’età o alla condizione sociale;
  • presenza di determinate patologie (croniche o rare);
  • riconoscimento dello stato di invalidità;
  • altri casi particolari (gravidanza, diagnosi precoce di alcuni tumori, accertamento dell’HIV).

Per approfondire questo argomento ti consigliamo di leggere: “Esenzione ticket sanitario: requisiti e modalità di richiesta”.

In altri casi è possibile chiedere il rimborso del ticket sanitario. Per aiutarti a comprendere meglio, ti faremo un esempio: hai prenotato una visita allergologica presso l’ospedale della tua città. Il CUP ti ha dato appuntamento dopo 3 mesi, dunque con l’impegnativa hai provveduto a pagare il ticket sanitario. Purtroppo però la settimana prima vieni convocato per un importante viaggio di lavoro, dunque capisci che non potrai eseguire la visita. In tal caso dovrai disdire immediatamente la prenotazione (ecco cosa succede se dimentichi di farlo) e in un secondo momento provvedere a chiedere il rimborso ticket sanitario.

Puoi altresì chiedere il rimborso del ticket anche nel caso in cui sia stato riconosciuto un errore nella determinazione dell’importo versato all’Azienda Sanitaria Locale; a causa di un’anomalia imputabile alla struttura sanitaria che ha impedito la fruizione della prestazione, ecc. Per conoscere le modalità e tutte le casistiche che danno diritto al rimborso, totale o parziale, del ticket, ti invitiamo a leggere l’articolo che abbiamo dedicato all’argomento “Rimborso ticket sanitario: quando e come richiederlo”.

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