Esposto per violazione sui vincoli paesaggistico-ambientali

- Ultimo aggiornamento: 13/05/2021
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Fac simile di esposto per violazione della normativa sui vincoli paesaggistico-ambientali. Ai fini della segnalazione agli organi competenti è molto importante precisare il luogo della violazione e il tipo di intervento o progetto in via di edificazione.

Codice dei beni culturali e del paesaggio: storia della normativa

Negli ultimi decenni si è assistito spesso alla realizzazione di interventi, opere e costruzioni in aree protette, in palese violazione dei vincoli imposti dal Codice dei Beni Culturali. Ciascun cittadino può preservare la bellezza del paesaggio e le caratteristiche urbanistiche e culturali del proprio territorio, segnalando alle autorità competenti quegli interventi e quelle costruzioni che deturpano il paesaggio e costituiscono una violazione dei vincoli paesaggistici.

Il Codice dei Beni Culturali è stato istituito al fine di preservare la ricchezza delle zone naturalistiche, la bellezza dei paesaggi e l’assetto urbanistico delle città e dei piccoli centri abitati, come beni di entità storica e culturale di inestimabile valore. La protezione dei beni culturali è stata introdotta in Italia con la legge 1497/39, che disciplinava la tutela della natura e del paesaggio, alla quale ha fatto seguito la legge 39/1089, che invece interessava la protezione dei beni d’interesse storico ed artistico.

L’8 agosto del 1985 la normativa inerente la protezione e la tutela dei beni culturali è stata riformata con la Legge Galasso, che ha istituito l’obbligo alla redazione dei piani paesistici da parte delle Regioni e ha designato il vincolo ambientale, quel “paletto normativo” che vieta l’alterazione dei luoghi e dei territori d’interesse ambientale, culturale e paesaggistico.

Alla legge Galasso segue, nel 1999, il Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali (D.Lgs 29 ottobre 1999, n. 490) che viene ben presto rimpiazzato con il Codice Urbani (D. Lgs 21 gennaio 2004 n. 42) ovvero l’attuale Codice dei beni culturali e paesaggistici, che ridefinisce la normativa introducendo sanzioni di natura amministrativa e penale per i trasgressori dello stesso.

Il Codice dei Beni Culturali e del paesaggio: quali sanzioni

Il Codice dei beni culturali e ambientali si compone di 5 parti e 184 articoli che disciplinano l’impiego e la tutela delle aree di interesse paesaggistiche e culturali italiane. Nello specifico, la prima parte contiene le disposizioni generali, la seconda viene dedicata alla tutela dei beni culturali e la terza, invece, alla tutela dei beni paesaggistici. La quarta parte, come abbiamo anticipato, contiene il sistema sanzionatorio previsto per chi viola la disciplina e i vincoli dettati dal Codice, mentre la quinta ed ultima parte è dedicata alle disposizioni transitorie e finali.

In tema di sanzioni è particolarmente importante sottolineare quanto disposto dall’art. 167 del Codice dei beni culturali e del paesaggio), il quale prevede, a carico di colui che si è reso autore di un danno in materia di tutela dei beni paesaggistici, la condanna al ripristino dello stato dei luoghi deturpati con spese a suo totale carico. In alternativa la condanna può consistere nel pagamento di una somma equivalente al maggiore importo tra il danno arrecato ed il profitto conseguito per effetto della trasgressione. A scegliere tra l’una o l’altra misura sanzionatoria è normalmente la Regione, che tuttavia in alcuni casi può delegare tale competenza ai Comuni.

Tags:  tutela ambientale esposto

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