Diritto all'oblio PDF

La maggior parte delle volte le persone chiedono di essere ricordate, soprattutto quando versano in condizioni di difficoltà fisiche, economiche o morali. In taluni casi, però, si può anche desiderare di essere dimenticati. Questa è una volontà ricorrente per i soggetti che sono stati coinvolti in episodi poco piacevoli o in casi giudiziari che hanno riscosso l’interesse da parte della cronaca. Una volta che è venuta meno l'attualità della notizia e che l'interesse del pubblico verso la stessa è scemato, i personaggi coinvolti in vicende di cronaca, attualità o gossip possono esercitare il diritto all’oblio: nei prossimi paragrafi vedremo insieme cos’è e in che modo è possibile tutelare la propria reputazione online.

Diritto all'oblio: cos'è e come esercitarlo

Come abbiamo accennato nel paragrafo introduttivo, il diritto all’oblio è il diritto ad essere dimenticati. Sebbene sia il modo più semplice per descrivere questo diritto, riteniamo sia utile fare qualche precisazione. Dimenticati da chi? La risposta è semplice: dai media in primis e poi dall’opinione pubblica. Per essere più specifici, possiamo definire il diritto all’oblio come una forma di tutela verso sé stessi e verso la propria reputazione, il diritto alla non diffusione, senza particolari motivi, di  notizie che siano ritenute pregiudizievoli dell'onore della nostra persona. Esercitarlo vuol dire chiedere l’oscuramento delle notizie non più attuali nelle quali si è coinvolti, affinché il proprio nome e la propria dignità non restino perpetuamente lese da episodi passati, per i quali magari è stata già scontata una pena.

Facciamo un esempio: Mario Rossi ha scippato e poi ucciso un’anziana signora. La notizia è balzata agli onori della cronaca, poi l’assassino è stato processato e condannato. Il triste episodio finisce qui, tuttavia la stampa ha il diritto di seguire lo svolgimento della notizia ed informare i lettori, fornendo loro i particolari della vicenda. La notizia, come tutte le cose, ha un proprio ciclo di vita, che si esaurisce quando il caso smette di essere rilevante ed interessare l’opinione pubblica. Sarebbe sbagliato riproporre dopo anni la medesima storia, in quanto Mario Rossi sta già scontando la sua pena e non deve sostenere alcun altro tipo di sofferenza. Reiterare i fatti passati, oramai non più attuali, in primo luogo non è utile alla collettività e in secondo luogo arreca un danno costante alla reputazione dell’uomo, che seppur sia un assassino, non merita di rinunciare ai suoi diritti di essere umano.

Diritto all'oblio e diritto di cronaca

Purtroppo il diritto all’oblio non possiede una vera e propria regolamentazione, forse perché negli anni precedenti è stato percepito più come un limite alla libertà di stampa, al diritto di cronaca, che come il fondamento di una norma giuridica a sé stante. È necessario specificare che il diritto all’oblio, almeno in Italia, è strettamente correlato al diritto di cronaca. Non sempre chi è stato al centro di un’indagine o di un caso giudiziario può chiedere la cancellazione dei contenuti pregiudizievoli che sono stati pubblicati negli anni. Anzi, diciamo che è possibile tutelare la propria persona ricorrendo al diritto all’oblio solo se gli accadimenti descritti negli articoli di cronaca esauriscono la propria utilità a livello sociale, tornando ad essere semplici fatti, di natura privata, che non riguardano più la collettività.

Diritto all'oblio: dopo quanti anni è possibile esercitarlo

Come abbiamo accennato, non esiste ancora una legge che definisca l’applicazione e i limiti del diritto all’oblio. Questa assenza ci pone di fronte ad un dilemma: dopo quanto tempo è possibile avanzare la richiesta di “tornare in possesso” della propria privacy? Di fatto, manca una risposta univoca, in quanto spesso e volentieri questa decisione è rimessa al giudice che segue la vicenda. Ne consegue che ogni caso ha i propri tempi di svolgimento, dunque il giudice non può che affidarsi al proprio metro di giudizio.

Tuttavia, la giurisprudenza tende a conformare il termine entro due o tre anni dall’accadimento, sempre che non si tratti di un caso mediatico nazionale. In questo caso, infatti, non è possibile avvalersi del diritto all’oblio.

Diritto all’oblio in rete: cosa fare per tutelare la propria reputazione

Tutelare la propria reputazione online è senz’altro più complicato, rispetto ad altri mezzi di comunicazione di massa. Come potrai immaginare, gli articoli di cronaca scritti sui giornali hanno una vita assai più breve rispetto a quelli che vengono caricati online. La differenza sta proprio nella reperibilità: mentre l’articolo pubblicato su carta stampata ha un’esposizione direttamente proporzionale alla periodicità del giornale, quelli pubblicati sui portali online permangono nello spazio virtuale, restando a disposizione di quanti vogliano usufruirne. Non a caso, se abbiamo bisogno di un’informazione relativa ad un fatto di cronaca, la cerchiamo sui motori di ricerca, non di certo in biblioteca.

Cosa bisogna fare, dunque, per tutelare la propria reputazione online? Se sei stato coinvolto in un fatto di cronaca o di attualità anni fa, puoi chiedere alla testata giornalistica di cancellare i contenuti attualmente disponibili in rete che ti riguardano e che riportano i tuoi dati personali.

Tutto quello che devi fare è chiedere al Direttore della testata di cancellare le notizie da internet. Se preferisci puoi avvalerti dell'assistenza di un legale esperto in materia. Se la notizia è presente su Facebook puoi utilizzare questo

Diritto all’oblio e motori di ricerca - Qualora, invece, volessi rivolgerti direttamente ai motori di ricerca, chiedendo di deindicizzare i contenuti che riportano i tuoi dati personali (in questo modo non apparirebbero più tra i risultati di ricerca), puoi farlo in pochi clic, accedendo al tuo account personale. Nel caso di Google è semplicissimo: cerca “Rimozione di informazioni da Google” e segui le indicazioni dettate dal servizio assistenza, dunque compila il form online a seconda delle tue necessità.

Diritto all’oblio Garante Privacy - Se la procedura che hai scelto non produce risultati soddisfacenti, puoi contare sul Garante per la protezione dei dati personali. Nello specifico, è possibile fare ricorso all’Autorità compilando il

e chiedendo la cancellazione dei dati trattati in violazione di legge. Affinché il ricorso sia valido, è necessario allegare al modulo una copia della richiesta avanzata al titolare (o responsabile) del trattamento dei dati, la ricevuta del versamento dei diritti di segreteria pari a € 150,00 o l’attestato che giustifica il patrocinio gratuito e tutta la documentazione utile a sostenere la propria posizione. Tutti i documenti vanno inviati tramite posta raccomandata con ricevuta di ritorno a questo indirizzo: GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI Piazza di Monte Citorio, 121 - 00186 ROMA. È altresì possibile anticipare l’arrivo della richiesta inviando tramite fax tutti i documenti. Il numero del Garante è lo 06.69677.3785.

Diritto all'oblio: eccezioni

I limiti del diritto all’oblio risiedono nella natura della notizia e nelle informazioni contenute in essa; vale a dire nella sua utilità sociale. Facciamo un esempio. Se un politico interessato in uno scandalo di natura internazionale avesse intenzione di ricandidarsi alle prossime elezioni dopo aver scontato la sua pena, non sarebbe possibile per la stampa tacere sul suo passato, in quanto egli rivestiva una carica pubblica ed è attualmente nel suo interesse tornare al pubblico servizio. In casi come questo, la natura dell’informazione riguarda la sfera sociale, l’interesse di tutti, ecco perché non è possibile per lui fare appello al diritto all’oblio. In più la posizione rivestita dall’uomo era di pubblico interesse, dunque è ancor meno probabile che egli possa fare granché per oscurare o cancellare le vicende del passato che lo hanno interessato.

Più in generale, possiamo affermare che il diritto all’oblio viene meno quando il diritto d’informazione e l’interesse pubblico della vicenda prevalgono sulla privacy dell’individuo. Non è possibile chiedere la cancellazione o la deindicizzazione di materiale giornalistico che attrae l’interesse dell’opinione pubblica, bensì sarà necessario aspettare che la notizia faccia il suo corso e con il tempo si trasformi in un’informazione priva di qualunque interesse e utilità sociale. Solo allora, dopo anni dalla pubblicazione, il materiale può essere cancellato.

I soggetti che hanno avuto un ruolo di rilievo nella società (politici, personalità religiose, personaggi pubblici o appartenenti al mondo del cinema, teatro, televisione, radio ecc.) hanno meno possibilità di avvalersi del diritto all’oblio, rispetto a degli anonimi cittadini che per un motivo o per un altro hanno ricevuto attenzione da parte della cronaca.

In virtù di quanto abbiamo appena scritto, non possiamo terminare questo articolo senza farti presente quali sono le notizie che possono essere rimosse o rimodulate, in ordine di priorità:

  • Informazioni false;
  • Immagini, recapiti, fotografie, contatti personali dell’individuo;
  • Dati sensibili;
  • Informazioni di qualsiasi natura riguardanti i minori.

Diritto all'oblio e l'identità digitale: come difendere la propria reputazione online

Mai come in questo momento, curare l’immagine riflessa nello schermo del proprio computer è un’attitudine importante, alla quale dedicare la giusta attenzione. Se dieci anni fa la maggior parte delle persone non ne immaginava l’esistenza, oggi la reputazione online è un argomento di estrema attualità. In questo preciso momento storico sia i semplici cittadini, sia i professionisti e le aziende, danno molta importanza alle informazioni contenute in rete, per il semplice fatto che sono accessibili a tutti: papabili datori di lavoro, concorrenza, media, forze dell’ordine, ecc.

Mentre se hai necessità di chiedere ad un Ente, un’associazione o un qualunque altro soggetto, pubblico o privato che sia, delle informazioni circa il trattamento dei tuoi dati personali, nonché il loro aggiornamento o la loro cancellazione, puoi farlo in modo semplice e gratuito, mediante la compilazione e la presentazione di questo modulo per l'esercizio dei diritti in materia di protezione dei dati personali.

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