Risarcimento danni per muffa in casa: modello compilabile

- Ultimo aggiornamento: 22/09/2023
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In questa scheda proponiamo un fac simile lettera muffa in casa affitto, ovverossia un modello con cui l'inquilino nel segnalare al proprietario la formazione di muffa sulle pareti dell'appartamento chiede una congrua riduzione del canone o in alternativa la risoluzione anticipata dal contratto.

Muffa casa in affitto: chi paga?

La muffa sulle pareti o sui soffitti è un problema comune a molte abitazioni e le cause (umidità di risalita, infiltrazioni d’acqua, insufficiente isolamento termico, ecc.) non sono sempre di facile rimozione. Su internet si possono trovare vari rimedi al problema, più o meno artigianali, ma soprattutto si possono rintracciare diverse aziende specializzate in grado di fornire un servizio di consulenza personalizzata per la rimozione perenne della muffa.

C'è da dire purtroppo che le conseguenze sono legate non soltanto all'aspetto estetico, ma anche e soprattutto alla salute degli individui che abitano l'appartamento. La muffa, infatti, può causare l'insorgenza di irritazioni, allergie, mal di testa, infezioni specie su soggetti anziani e bambini.

Ma nel caso in cui la muffa si formi all'interno di un appartamento in affitto, chi è tenuto ad intervenire e a sopportarne le relative spese: il proprietario o l'inquilino? Nelle ipotesi più estreme il conduttore che non riceve ascolto dal proprietario di casa come può tutelarsi?

A chiarire la questione interviene l'articolo 1578 del Codice Civile: se al momento della consegna l'appartamento è affetta da vizi strutturali (e non da danni causati dall'inquilino) che lo rendono inadeguato all’uso abitativo pattuito, il conduttore può chiedere

  • la risoluzione del contratto oppure
  • una riduzione del canone d'affitto.

L'inquilino può chiedere altresì il risarcimento dei danni subiti, legati alla presenza di muffa, a meno che il proprietario non si attivi tempestivamente per la risoluzione del problema.

L'art. 1580 del Cod. Civ. aggiunge, inoltre, che se i vizi della cosa (nel nostro caso la muffa) espongono a serio pericolo la salute del conduttore o dei suoi familiari, il conduttore può ottenere la risoluzione del contratto, anche se la presenza di muffa gli era nota al momento della sottoscrizione del contratto di locazione.

Tutto questo per il semplice fatto che il proprietario è tenuto a consegnare all'inquilino un immobile in buono stato di manutenzione, a mantenerlo in stato da servire all’uso convenuto e a garantirne il pacifico godimento durante la locazione (art. 1575 del Codice Civile).

Chiaramente il proprietario potrebbe evitare la riduzione del canone o, peggio, la risoluzione del contratto, se su segnalazione del conduttore intervenisse prontamente e risolvesse in maniera definitiva e a proprie spese il problema legato alla muffa. Egli potrebbe addirittura rivalersi nei confronti del condominio, qualora la causa fosse ascrivibile ad una parte comune dell’edificio.

Chiaramente il discorso assumerebbe altri connotati se la presenza di muffa fosse legata più che a vizi strutturali dell'immobile a dei comportamenti errati da parte dell'inquilino: scarso ricircolo d’aria, uso eccessivo del riscaldamento in inverno o dell'aria condizionata in estate e via discorrendo. In questo caso è il conduttore che dovrebbe provvedere ad eliminare a proprie spese la muffa presente in casa, ad esempio acquistando detergenti antimuffa o pitture anticondensa, risanando gli intonaci, predisponendo delle barriere impermeabili, dotando l'appartamento di sistemi di deumidificazione muraria e così via.

Fac simile lettera muffa in casa affitto: cosa fare se il locatore non risponde

Si è detto che nel caso in cui il proprietario di casa non si attivasse per la rimozione della muffa, il conduttore potrebbe attraverso questo fac simile lettera muffa in casa affitto:

  • comunicare la disdetta del contratto di affitto, anche senza concedere il preavviso;
  • chiedere una riduzione del canone.

E' inutile dire che deve trattarsi di un problema non banale, tale cioè da rappresentare un grave rischio per il comfort abitativo dell'appartamento.

La lettera, a cui vanno possibilmente allegate delle fotografie che testimonino lo stato di pareti e soffitti, va inoltrata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o recapitato tramite raccomandata senza busta. Se le parti sono provviste di una PEC (Posta Elettronica Certificata) si può ricorrere anche a questa modalità.

Se il proprietario facesse orecchie da mercante, all'inquilino non resterebbe che presentare un ricorso al Giudice. In attesa che quest'ultimo si pronunci è importante che l'inquilino non si riduca autonomamente il canone o addirittura non si astenga dal versarlo. In una simile ipotesi, infatti, potrebbe essere il proprietario ad accusare il conduttore di grave inadempimento e a pretenderne lo sfratto

Segnaliamo che dal nostro portale è possibile scaricare anche un fac simile di

Tags:  locazione condominio affitto

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