Il telelavoro: definizione, vantaggi e lettere di assunzione
Quando si sente parlare di telelavoro si pensa istantaneamente ad una persona che svolge il proprio lavoro comodamente da casa, davanti al proprio computer, magari in ciabatte e pantaloncini, senza la necessità di recarsi ogni mattina in ufficio. Volendo trovare una definizione possiamo dire che con il termine “telelavoro” si fa riferimento non ad una professione né tantomeno ad un mestiere, ma ad una diversa forma di organizzazione e/o di svolgimento del lavoro, per effetto della quale un lavoratore dipendente, un parasubordinato o un lavoratore autonomo è in grado di svolgere regolarmente la propria attività al di fuori dei locali dell’impresa grazie all’utilizzo di sistemi informatici e telematici.
E' bene precisare che il telelavoro non ha nulla a che vedere con il cosiddetto "smart working".
Diffusione del "telelavoro"
Da qualche anno ormai la tendenza che si registra è quella di una applicazione sempre più marcata del telelavoro, ciò grazie soprattutto alla diffusione di dispositivi mobili e della banda larga e ad un forte sviluppo nel settore dell’information technology.
In Italia la diffusione del telelavoro è minore rispetto ad altri stati, anche se l'Unione Europea cerca in ogni modo di favorire questa modalità di lavoro. Le cause sono tante e vanno ricercate nel gap tecnologico e nelle resistenze culturali che ancora oggi si riscontrano nel nostro paese: il datore di lavoro non sempre accetta di buon grado che un suo dipendente non sia presente fisicamente in ufficio e che dunque non ci sia una concreta possibilità di controllo sull’operato
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Incentivi
Nel corso degli ultimi anni il governo ha cercato di favorire la diffusione del telelavoro attraverso la previsione di incentivi economici (decontribuzione o detassazione) in favore di quei datori di lavoro che avessero introdotto misure volte a conciliare i tempi di vita e di lavoro e a sviluppare forme di flessibilità dell'orario di lavoro, anche attraverso il ricorso al telelavoro appunto.