Fatturazione mensile telefonia e pay tv, ma occhio agli aumenti

L’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e il Parlamento l’hanno annunciato, ribadito e scandito a chiare lettere: la fatturazione a 28 giorni è illegittima e deve essere abolita. La legge n. 172 del 4 dicembre 2017 a tal proposito non lascia adito a dubbi: le società di telecomunicazione, dunque le compagnie telefoniche e le pay tv, non possono adottare una fatturazione inferiore ai 30 giorni. Entro il 4 aprile 2018, dunque, tutte le aziende dovranno adeguarsi alle disposizioni di legge, ritornando appunto alla vecchia e cara fatturazione mensile. Chi non provvederà alla modifica entro il termine imposto dal Governo, dovrà pagare 50 euro di risarcimento al cliente, più un indennizzo pari ad 1 euro per ogni giorno di ritardo.

Moduli.it ha seguito la vicenda fin dalle origini e recentemente ha riassunto quanto accaduto negli ultimi mesi nell’articolo “Fatturazione 28 giorni: come chiedere il rimborso”. L’obiettivo è quello di farti comprendere perché la fatturazione a 28 giorni è stata considerata una pratica illegittima e per quali motivi le Associazioni dei Consumatori, l’Autorità Garante per le Comunicazioni e il Governo abbiano ritenuto necessario intervenire a tutela dei diritti dei consumatori, imponendo il ritorno immediato alla fatturazione mensile.

Ma perchè la fatturazione a 28 giorni era da considerarsi illegittima? Volendola spiegare in parole povere, la nuova pratica introdotta dalle società di telecomunicazione avrebbe generato, nell’arco di un anno, una tredicesima bolletta. In pratica solo un escamotage per imporre un aumento del canone, mediamente pari all’8,6%, oltretutto non giustificato dall’implementazione di nuovi servizi.

Oltre al danno, la beffa: lo scorso anno le compagnie che lavorano nel settore delle telecomunicazioni hanno inviato ai propri clienti l’informativa circa le modifiche unilaterali del contratto (una pratica peraltro imposta dalla legge) che preannunciava l’avvio della fatturazione a 28 giorni e si invitava i consumatori che non fossero propensi all’accettazione delle modifiche a recedere dal contratto e in definitiva a cambiare operatori entro 30 giorni. Peccato che la modifica contrattuale sia stata comune a tutte le maggiori compagnie telefoniche, coinvolgendo, oltretutto, anche SKY. Di conseguenza, quale vantaggio avrebbero ottenuto i consumatori nell’effettuare il cambio operatore? Nessuno. Possiamo tranquillamente affermare che si sia messa in scena una grande farsa, a scapito dei consumatori.

La cosa peggiore, in realtà, si sta verificando proprio in queste settimane, in quanto diverse compagnie hanno predisposto l’adeguamento alla fatturazione mensile, ma di fatto senza ritoccare i prezzi. Insomma si torna si alla fatturazione mensile, ma con i prezzi delle 4 settimane. Paradossalmente un vantaggio per le società, visto che incassano l'importo maggiorato non più nell'arco di 13 bensì di 12 mesi. Siamo alle solite: fatta la legge trovato l'inganno, tanto che molte associazioni dei consumatori non esitano a definire la loro una vittoria di Pirro. Ma come vedremo tra breve non tutte le società si sono o si stanno comportando allo stesso modo. Nel prosieguo di questo articolo proveremo a fare ulteriore chiarezza sulla questione, cercando soprattutto di capire in che modo ci si può tutelare dall’inerzia del proprio utente telefonico o della pay tv con la quale è stato sottoscritto un regolare contratto.

Fatturazione canone mensile: reazioni delle compagnie

Considerate le sanzioni previste per chi non si adeguerà a quanto disposto dalla legge 172/2017 e gli indennizzi dovuti ai propri clienti, le compagnie italiane operanti nel settore delle telecomunicazioni non hanno impiegato molto per adattarsi alla normativa vigente. Nella maggior parte dei casi è già stato pubblicato un avviso con cui si informano i clienti del ritorno alla fatturazione mensile, a partire dalla prima settimana di Aprile 2018. Tuttavia non ci si può certo ritenere soddisfatti. Il perchè lo abbiamo già spiegato. In molti casi, infatti, fatturare una bolletta al mese non significherà abbattere i costi introdotti con la fatturazione ogni 28 giorni. TIM, VODAFONE e SKY hanno già comunicato ai clienti che il costo dell’abbonamento, a partire dal 4 aprile 2018 non subirà cambiamenti: ciò vuol dire che non aumenterà e non diminuirà. Risultato: tanto rumore per nulla.

Prima di proseguire, però, ci piacerebbe farti una panoramica sulla situazione attuale, passando in rassegna le più importanti compagnie italiane di telecomunicazione e specificandone le intenzioni e il tariffario a partire dal mese di Aprile 2018.

Fatturazione Sky mensile

La pay tv ha deciso di tornare alla fatturazione mensile dal 1 Aprile 2018 mantenendo immutati i costi dell’abbonamento. L’aumento sull’abbonamento annuale è pari all’8,6%: in buona sostanza si fatturano 12 mensilità, ma ai clienti tocca pagare come se fossero ancora 13. Sky specifica sul proprio sito e nelle comunicazioni trasmesse al cliente, che gli abbonati non potranno avvalersi del diritto di recesso gratuito, visto che l'adattamento del listino alla nuova fatturazione mensile non può considerarsi una "modifica unilaterale di contratto".

Fatturazione mensile TIM

La società avvisa che tornerà alla fatturazione mensile rispettando i termini previsti dalla legge n.172 del 4 dicembre 2017. Nello specifico, i clienti mobile torneranno alla fatturazione a 30 giorni il 5 marzo 2018, mentre i clienti della rete fissa potranno tornare alla fatturazione mensile il 1° Aprile 2018. Nonostante ciò, lo abbiamo anticipato, i costi dell’abbonamento a 12 mensilità resteranno uguali a quelli dell’abbonamento a 13 mensilità; in pratica l’importo di ciascun canone di abbonamento risulterà maggiorato del 8,6%. Tim ha anche predisposto delle pagine sul proprio (questo l'indirizzo per il fisso www.tim.it/adeguamento-legge-172-fisso, mentre questo è l'indirizzo per il mobile www.tim.it/adeguamento-legge-172-mobile), dedicate a tutte le novità sulle offerte fisse e mobili legate all'introduzione delle nuove disposizioni contenute nella Legge n.172/17. In particolare offre un calcolatore in grado di determinare in che modo il costo della tua bolletta varia passando dalla fatturazione a 28 giorni alla quella mensile. Correttamente Tim informa che chi non è d'accordo con le modifiche, può passare ad altro operatore o recedere dal contratto, in entrambi i casi senza spese, semplicemente inviando una comunicazione scritta a: Telecom Italia SpA Casella Postale 111 - 00054 Fiumicino (Roma) o via fax al numero 800.000.187. E' necessario allegare una fotocopia del documento d'identità del cliente titolare del contratto e specificare nella comunicazione l’oggetto: “Modifica delle condizioni contrattuali”. La data entro cui trasmettere questa comunicazione è il 31 marzo 2018 nel caso di offerta fissa e 4 Marzo in caso di offerta mobile.

Fatturazione mensile Fastweb

Anche Fastweb è sulla stessa lunghezza d'onda delle principali aziende concorrenti. In un comunicato presente sul sito ufficiale, la compagnia conferma di adeguarsi alle disposizioni di legge. In particolare per l'offerta fissa o mobile in abbonamento tale adeguamento scatterà il 5 Aprile, mentre per l'offerta mobile ricaricabile la data di ritorno alla fatturazione mensile sarà quella del 26 Febbraio 2018.
Nello stesso avviso la compagnia chiarisce che il ritorno alla fatturazione mensile farà si che l'importo dell'offerta sottoscritta sarà calcolato mantenendo fisso l'attuale costo annuale per i servizi compresi nell'abbonamento e dividendo tale importo per dodici mensilità, invece di 13 rinnovi ogni 28 giorni. Tuttavia chi vorrà non accettare queste modifiche e recedere dal contratto o passare ad altro operatore, potrà farlo in tutta tranquillità senza penali, costi di disattivazione o restituzione degli importi relativi a promozioni già godute. Specifica anche un periodo entro il quale i clienti potranno esercitare questo diritto:

  • dal 6 marzo al 5 aprile 2018 nel caso di offerta fissa o mobile in abbonamento;
  • dal 26 febbraio al 5 aprile 2018 nel caso di offerta mobile ricaricabile.

Una volta compilato, il modulo di recesso (questo un fac simile di recesso per variazione unilaterale contratto telefonico) puoi inviarlo mediante raccomandata con avviso di ricevimento, unitamente alla copia di un valido documento di riconoscimento, all'indirizzo: Fastweb SpA, Casella Postale 126 - 20092 Cinisello Balsamo (MI). In alternativa puoi servirti della posta elettronica certificata (PEC) spedendo il tutto all'indirizzo fwgestionedisattivazioni@pec.fastweb.it o consegnare la documentazione presso un punto vendita Fastweb (cercali su questa pagina www.negozi.fastweb.it/it/punti-vendita).
Se hai un'offerta congiunta Sky e Fastweb puoi recedere inviando una raccomandata A/R a Sky Italia S.r.l., c/o Casella Postale 13057, 20130 Milano o una PEC all'indirizzo skyitalia@pec.skytv.it.

Fatturazione mensile Vodafone

Come Tim e Fastweb, anche Vodafone ha ammesso che si adeguerà alle direttive imposte dalla legge n.172/17, ma non ci sarà alcun abbassamento di prezzo. I costi dell’abbonamento annuale a 12 mensilità resteranno uguali a quello dell’abbonamento a 13 mensilità. Per i clienti privati abbonamento mobile e rete fissa l'adeguamento ci sarà a partire dal 5 aprile 2018, mentre per i clienti privati ricaricabile la data è quella del 25 marzo 2018. Vodafone rende noto sul proprio sito che tutti i clienti riceveranno una comunicazione direttamente in fattura e avranno la possibilità, nel caso in cui non siano disposti ad accettare le nuove proposte, di recedere dal contratto o passare ad altro operatore senza penali entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione. Il cliente dovrà specificare come causale del recesso "modifica delle condizioni contrattuali" ed utilizzare uno delle seguenti modalità:
- sul sito all'indirizzo variazioni.vodafone.it
- mediante raccomandata A/R a Servizio Clienti Vodafone, casella postale 190 – 10015 Ivrea (TO)
- tramite PEC all'indirizzo vodafoneomnitel@pocert.vodafone.it
Il cliente che ha aderito ad una offerta che include anche telefono, tablet, Mobile Wi-Fi, Vodafone TV o prevede un contributo di attivazione a rate, continuerà a pagare le eventuali rate residue, addebitate con la stessa cadenza e con lo stesso metodo di pagamento scelto inizialmente. Chi decide di recedere dal contratto se vuole non perdere il numero deve passare contestualmente ad altro operatore. Anche in questo caso non gli sarà addebitato alcun costo di disattivazione.

Fatturazione mensile WIND 

La compagnia tornerà alla fatturazione mensile entro i termini imposti dalla legge, dunque a partire dal 5 Aprile 2018. Nello specifico Wind informa la propria clientela che la riduzione del numero dei rinnovi nell’anno - da 13 a 12 mesi - determinerà un riproporzionamento del loro costo alla nuova durata, pari all’8,6%. Anche Wind ha predisposto una pagina (www.wind.it/modifica-condizioni-contratto-fisso/) che possa consentire al cliente non solo di prendere visione delle novità introdotte dalla compagnia a seguito dell'adeguamento alle disposizioni di Legge n.172 del 4 dicembre 2017, ma anche di verificare - attraverso uno speciale software - come cambia la propria tariffa di abbonamento. Naturalmente anche in questo caso, così come del resto prevede l'art. 70 comma 4 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, qualora il cliente Wind non accettasse queste nuove condizioni, avrebbe la possibilità di recedere o passare a un altro operatore senza penali né costi di disattivazione nei 30 giorni precedenti il 5 aprile 2018. Nella fattispecie il modulo di recesso Wind per variazione condizioni contrattuali, opportunamente personalizzato, dovrà essere inviato con causale di recesso "modifica delle condizioni contrattuali" attraverso uno dei seguenti canali:

  • raccomandata A/R al seguente indirizzo: WIND Tre SpA - Servizio Disdette - Casella Postale 14155 - Ufficio Postale Milano 65 - 20152 Milano;
  • PEC all'indirizzo servizioclienti155@pec.windtre.it;
  • punto vendita Wind di proprietà.

Se l'abbonamento include un qualsiasi apparecchio per il quale è in corso un pagamento rateale, il cliente potrà continuare a pagare le rate fino al termine naturale previsto o saldare le rate residue in unica soluzione. Tutto questo dovrà essere chiaramente specificato nella comunicazione di recesso.

Fatturazione mensile TRE Italia

Nella sezione TRE INFORMA presente sul sito ufficiale www.tre.it la compagnia specifica che con riferimento alle disposizioni in materia di periodicità delle offerte e del relativo ciclo di fatturazione introdotte dalla Legge n. 172 del 4 dicembre 2017, Tre a partire dal 5 aprile 2018 Tre introdurrà la fatturazione mensile e il conto telefonico avrà una frequenza bimestrale invece che ogni 56 giorni. In buona sostanza anche in questo caso si manterrà l'adeguamento del costo pari all'8,6%.

Nel caso di Tre Italia la disdetta da parte di coloro che non accettassero tali variazioni, potrà essere comunicata nei 30 giorni precedenti il 5 aprile 2018, ai seguenti recapiti:

  • Tre SpA – Servizio Disdette – Casella Postale 14155 - Ufficio Postale Milano 65 - 20152 Milano (raccomandata a.r.);
  • servizioclienti155@pec.windtre.it (PEC);
  • punto vendita tre;
  • 133.

Nella comunicazione occorre indicare come causale di recesso: “modifica delle condizioni contrattuali”. Anche in questo caso se sulla linea sono in corso pagamenti rateali, il cliente potrà continuare a pagare le rate fino al termine naturale previsto o saldare le rate residue in unica soluzione, specificando la richiesta nella comunicazione di recesso.

Tiscali fatturazione mensile

Tiscali ad oggi è uno dei pochi operatori che promettono ai clienti una riduzione effettiva del prezzo dell’abbonamento. Come disposto dalla legge, Tiscali tornerà alla fatturazione a 30 giorni nel mese di Aprile 2018, riportando i costi dell’abbonamento ai livelli dell'anno precedente, ossia prima che si registrassero gli aumenti per effetto della fatturazione a 28 giorni. Sul sito ufficiale, infatti, si legge che “Tiscali è l'unico operatore che fattura il "mese vero" sui servizi di rete fissa, pertanto con Tiscali pagherai 12 mesi effettivi e non 13 come avverrebbe con una fatturazione a 28 giorni”.

PosteMobile fatturazione mensile

Anche PosteMobile annuncia che i clienti mobile potranno tornare alla fatturazione mensile il 5 aprile 2018, mentre gli utenti della rete fissa potranno osservare l’adeguamento alla normativa a partire dal 25 marzo2018. In più la compagnia annuncia che i prezzi delle offerte rimarranno invariati e i clienti potranno beneficiare di un risparmio pari all’8,6%. I prezzi dell’abbonamento, dunque, torneranno ad essere quelli in vigore prima dell’introduzione delle fatture ogni 28 giorni.

Fatturazione mensile legge 172/2017: quando e come chiedere il rimborso

Abbiamo già accennato al fatto che, nel caso in cui le compagnie non rispettassero gli impegni presi e continuassero ad emettere fatture ogni 28 giorni anche dopo il 4 aprile 2018, cosa a nostro avviso non probabile, dovrebbero rimborsare ai clienti eventuali somme indebitamente percepite o comunque ingiustificatamente addebitate ai clienti entro il termine massimo di 30 giorni. A stabilirlo è l’articolo 19-quinquiesdecies della Legge 172/2017. Inoltre trattandosi di una fatturazione illegittima, ai clienti dovrebbe essere riconosciuto un indennizzo pari a 50 euro a cui va aggiunto 1 euro per ogni giorno di ritardo rispetto alla scadenza del 4 aprile disposta dalla legge. E non è tutto visto che oltre agli indennizzi ai clienti, l’AGCOM ha disposto anche una sanzione, che può variare dalla “modesta” somma di 240.000 euro fino a un massimo di 5 milioni di euro.

Molti consumatori a questo punto si chiedono: ma se le società operanti nel settore delle telecomunicazioni non potevano portare la fatturazione a 28 giorni, tanto che l'Agcom prima e il Parlamento poi lo hanno dichiarato illegittimo, obbligando le stesse aziende a ripristinare la fatturazione mensile, è mai possibile ottenere un rimborso per le somme addebitate nei mesi scorsi in bolletta?

Al momento alcune Associazioni dei Consumatori si stanno mobilitando proprio per consentire ai clienti di chiedere indietro quanto pagato in più fino a ora, per la precisione nel periodo che va dal 23 Giugno 2017 - data in cui l’AGCOM ha dichiarato la fatturazione a 28 giorni illegittima - al giorno previsto per l’adeguamento alle disposizioni di legge.

Tra queste c'è Altroconsumo, che ha denunciato Tim, Vodafone e Fastweb all’Autorità Antitrust perchè, secondo l'associazione, avrebbero messo in atto un vero e proprio cartello nel condurre una pratica commerciale scorretta nei confronti dei consumatori. La stessa associazione invita quindi i consumatori interessati ad aderire alla campagna "Bollette a 28 giorni: rivogliamo la tredicesima", con lo scopo di essere costantemente informati sulle possibilità di rimborso. A tal proposito Altroconsumo stima l'entità del rimborso tra i 20 e i 60 euro, cifra che potrebbe lievitare per coloro che hanno sottoscritto un contratto fibra. Per maggiori informazioni, ti invitiamo a consulatre il sito ufficiale www.altroconsumo.it.

Anche l'Unione Nazionale Consumatori ha inviato un esposto all’Autorità della Concorrenza e a quella delle Comunicazioni contro gli operatori telefonici. Sul loro sito inoltre - www.consumatori.it - hanno predisposto la pagina "#nofattura28giorni: chiedi il rimborso!" con l'unico intento di raccogliere attraverso un form le pre-adesioni dei consumatori per eventuali azioni (class-action) finalizzate alla restituzione del pregresso. La pre-adesione, precisa l'associazione, è completamente gratuita e non impegnativa.

L’alternativa è agire da soli, ma ti diciamo subito che la strada in questo caso potrebbe essere decisamente più ardua. In pratica questa soluzione prevede l’invio di un ricorso scritto alla tua compagnia telefonica o alla pay tv, con cui sostanzialmente chiedi la restituzione degli importi indebitamente versati. Per formalizzare la richiesta puoi scaricare questo modulo richiesta di rimborso per bolletta 28 giorni compilarlo in ogni sia parte e inviarlo tramite raccomandata con avviso di ricevimento. 

Fatturazione mensile: se non ti soddisfano le condizioni, cambia operatore

Se le condizioni applicate dal tuo operatore telefonico non ti soddisfano, puoi sempre decidere di cambiare compagnia. A questo proposito hai due opzioni:

- puoi approfittare dell’informativa con la quale l’operatore informa i clienti delle modifiche unilaterali al contratto. Nell’avviso che riceverai, la compagnia dovrà però specificare che i clienti hanno la possibilità di recedere gratuitamente, dunque senza pagare i costi di disattivazione, fornendo anche il termine ultimo entro il quale la richiesta scritta (questo il facsimile di disdetta disponibile su Moduli.it) deve essere recapitata presso gli indirizzi indicati. Purtroppo nel caso dell’adeguamento alla Legge 172/17 molte compagnie non offriranno questa opportunità ai clienti, tuttavia nel caso in cui ricevessi l’avviso, tanto meglio. Sull’argomento, qualora volessi, potresti leggere: “Modifiche piani tariffari telefonici: come tutelarsi”. In alternativa potrai comunque eseguire la disdetta del contratto in qualsiasi momento, pagando gli eventuali costi di disattivazione;

- puoi scegliere uno tra gli Operatori Virtuali Mobili (MVNO) che, nell’ambito della telefonia mobile, offrono servizi equivalenti a quelli delle grandi compagnie, ma a prezzi ridotti. La qualità del servizio è garantita, poiché gli MVNO utilizzano le reti dei quattro principali operatori (TIM, Vodafone, Wind e Tre), ma garantiscono offerte più convenienti, sempre, chiaramente, fatturate ogni 30 giorni. Tra gli operatori virtuali mobili più conosciuti ci sono, ad esempio, CoopVoce, Rabona e Kena. Le tariffe mensili, complete di minuti, SMS e GIGA, variano dalle 5 alle 10 euro al mese.

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