Diffida per modifica unilaterale piano tariffario telefonico: fac simile Word, Pdf

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 04/04/2025
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Fac simile con cui il consumatore diffida il proprio gestore telefonico dall'applicare unilaterlamente la modifica del piano tariffario comunicato mediante sms o avviso in fattura.

Modifica piani tariffari: aderire o recedere a costo zero

Può capitare che la compagnia telefonica decida di modificare unilateralmente il piano tariffario collegato al tuo cellulare o al tuo telefono di casa, dunque senza richiedere preventivamente il tuo consenso. In pratica le condizioni economiche e commerciali previste nel piano tariffario della nuova offerta sostituiranno integralmente nel giro di poche settimane quelle precedentemente in vigore e riferite al medesimo servizio.

Nel momento in cui vieni avvisato di questa modifica - generalmente tramite sms o annotazione riportata in fattura, hai due possibilità:

  1. accettare le nuove condizioni tariffarie. Chiaramente la modifica proposta deve in qualche modo favorirti, ad esempio offrendoti una riduzione del canone mensile o concedendoti più minuti di conversazione o più giga di traffico sul tuo telefonino;
  2. recedere senza costi dal contratto. Già perchè sulla base di quanto previsto dall’art. 70 comma 4 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, qualora tu non accettassi la variazione comunicata dalla compagnia, avresti il diritto di recedere dal contratto o di passare ad altro operatore, senza penali né costi di disattivazione, dandone semplice comunicazione con lettera raccomandata A.R. entro 30 giorni dalla data di ricezione dell'avviso. Ciò in quanto il tuo recesso è stato causato dallo stesso gestore telefonico che ha unilateralmente cambiato la propria proposta.

Questo il fac simile di recesso per modifica unilaterale contratto telefonico che puoi scaricare gratuitamente dal nostro portale e adattare al tuo caso specifico.

Segnaliamo che dal nostro portale si possono scaricare anche modelli più specifici:

Nel caso in cui ti venissero comunque applicati i costi di disattivazione puoi sempre inoltrare una contestazione e chiedere l'immediato storno dell'importo addebitato. Ecco la lettera per chiedere lo storno dei costi di disattivazione.

Un'ultima raccomandazione: se la proposta commerciale a cui hai aderito prevedeva anche l'acquisto di uno smartphone o di un tablet, attraverso pagamenti rateali in bolletta, sappi che nel momento in cui deciderai di recedere dal contratto la compagnia telefonica provvederà ad addebitarti l'importo residuo relativo al costo di tali dispositivi, somma tra l'altro che potrà essere pagata in un'unica soluzione oppure sulla base del piano rateale concordato.

Modifica piani tariffari: pratiche commerciali scorrette

C'è da dire che in alcuni casi queste modifiche proposte e imposte dalle compagnie telefoniche ai propri clienti rappresentano delle vere e proprie pratiche commerciali scorrette. Non è un caso che in passato l'AgCom, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, sia intervenuta ripetutamente per rimarcare il comportamento scorretto assunto da talune compagnie telefoniche. Infatti se è vero che queste ultime hanno il pieno diritto di modificare i propri piani tariffari, è altrettanto vero - sostiene l'AgCom - che non è lecito "adescare" i consumatori con proposte pubblicizzate come "per sempre" o "illimitatamente per sempre e per tutti" e cambiare a distanza di qualche mese le carte in tavola.

Si è detto che nel momento in cui si riceve una comunicazione di uno sfavorevole cambio di piano tariffario, pur avendo aderito ad un’offerta che veniva pubblicizzata ad esempio come “per sempre”, si ha la possibilità di recedere senza costi dal contratto. Ma se volessimo restare con l'attuale gestore telefonico? In altri termini di fronte a questi comportamenti ci si deve rassegnare e chinare il capo oppure è possibile far valere le proprie ragioni?

In situazioni del genere il consiglio è di inoltrare una diffida scritta per chiedere direttamente al proprio operatore telefonico il ripristino del vecchio piano tariffario e il rimborso della differenza pagata in più in seguito agli aumenti. Per la lettera si può prendere spunto dal fac simile scaricabile da questa scheda.

Se non la diffida cade nel vuoto e il vecchio piano tariffario non viene ripristinato nell'arco dei successivi 45 giorni, il consiglio è di rivolgersi ad una Associazione per la difesa dei consumatori e dare avvio ad una procedura di conciliazione. In alternativa è possibile rivolgersi al Co.Re.Com, Comitato Regionale per le Comunicazioni, un ente funzionale dell'AgCom che offre una soluzione rapida ed economica per risolvere le controversie con gestori di servizi telefonici e pay-tv. 

Dopo 30 giorni senza che sia stata fissata un'udienza dal Corecom, ci si può rivolgere al Giudice di Pace competente per il territorio. In questo caso all'istanza occorre allegare due fotocopie di tutta la documentazione, compresa la raccomandata inviata al Corecom.

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