Come dare le dimissioni online

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 28/02/2019

Al fine di ridurre quanto più possibile il fenomeno delle dimissioni in bianco, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha imposto che le dimissioni vengano inviate al datore e alla Direzione territoriale del lavoro esclusivamente tramite modalità telematica. Le dimissioni telematiche possono essere effettuate con il supporto tecnico di soggetti abilitati o dal lavoratore in totale autonomia, seguendo la procedura online che andremo ad illustrare nei prossimi paragrafi. Le dimissioni comunicate con qualsiasi altra modalità sono da considerarsi dunque inefficaci.

Dimissioni telematiche: entrata in vigore e finalità

Le dimissioni telematiche, disciplinate dal D.Lgs 151/2015, sono operative dal 12 marzo 2016, data che di fatto ha rivoluzionato le comunicazioni riguardanti la chiusura dei rapporti di lavoro. Abolito, dunque, il vecchio sistema che prevedeva la redazione di una lettera di dimissioni, in vista di una nuova metodologia che impone l’uso del computer e dei relativi sistemi di idenificazione: SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta di Identità Elettronica) o eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature).  Invece non può più essere utilizzato il PIN Dispositivo Inps.

Il fine ultimo di questa modifica è ridurre le altissime percentuali di dimissioni in bianco, una pratica molto diffusa in Italia, che consiste nel firmare le dimissioni al lavoratore al momento dell’assunzione, così da sottostare al volere del datore di lavoro qualora si presentasse un infortunio, un periodo di malattia prolungato o una gravidanza. Nonostante si rischino sanzioni dai 5.000 ai 30.000 euro, la pratica negli anni non ha fatto altro che alimentarsi, peggiorando ulteriormente le condizioni lavorative dei lavoratori italiani.

Da precisare che devo effettuarsi in modalità esclusivamente telematica non solo le dimissioni volontarie, ma anche le risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro.

Dimissioni e licenziamento

Abbiamo dedicato questo articolo alle dimissioni, una situazione che si verifica nel momento in cui è il lavoratore che decide per vari motivi di recedere dal contratto. Le dimissioni possono essere dettate da motivazioni personali o da una "giusta causa", rappresentata ad esempio dal mancato o ritardato pagamento dello stipendio o dei contributi, da un comportamento offensivo o ingiurioso del datore di lavoro e così via.

Va precisato che in caso di dimissioni il lavoratore deve rispettare un periodo di preavviso, a meno che non si sia in presenza di una giusta causa. Diversamente sarà tenuto a corrispondere al datore di lavoro un’indennità economica.

Va altresì ricordato che con le dimissioni non è possibile richiedere l'indennità di disoccupazione, infatti per ottenere la NASpI lo stato di disoccupazione deve essere involontario. Unica eccezione è se le dimissioni siano state date in presenza di una giusta causa.

Se invece è il datore di lavoro ad interrompere il rapporto di lavoro, si parla di licenziamento. Va detto che il licenziamento può essere intimato solo in presenza di motivi ben validi e precisi previsti dalla legge. Anche nel caso del licenziamento è necessario rispettare un periodo di preavviso, in cui il datore comunica al dipendente la sua intenzione di recedere il rapporto di lavoro.

Pubblicato il 28/02/2019
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