Certificati di deposito

Il Certificato di Deposito è un certificato rilasciato dalla Banca dietro versamento di una somma di denaro, che conferisce al possessore legittimo, il diritto di riscuotere, alla scadenza, la somma più gli interessi in essa maturati.

Gli interessi sono regolati, a seconda del tipo, in un'unica soluzione alla scadenza o semestralmente attraverso cedole ovvero nella forma "zero-coupon"; in quest'ultimo caso, così come accade per i BOT, i titoli sono emessi senza cedola ad un valore inferiore al nominale. La differenza fra il valore di emissione ed il valore nominale (rimborso) rappresenta l'interesse, che viene quindi corrisposto in un'unica soluzione alla scadenza.

I certificati possono avere una durata a breve (massimo 18 mesi) oppure a medio-lungo termine (fra i 18 e i 60 mesi), essere a tasso fisso o variabile, nominali o al portatore.

Tra i principali rischi per il possessore:

  • rischio di tasso: l'investitore al momento della conclusione dell'operazione vincola, per la durata prescelta, la relativa disponibilità finanziaria non potendo così beneficiare di un eventuale futuro rialzo dei tassi; la possibilità di beneficiare di un eventuale futuro rialzo dei tassi rimane limitata quindi all'eventuale reimpiego delle risorse finanziarie rivenienti dalla riscossione delle cedole periodiche;
  • rischio di liquidità: i certificati con scadenza inferiore ai 18 mesi non possono essere rimborsati prima della scadenza, mentre quelli con scadenza superiore ai 18 mesi possono essere rimborsati solo se sono trascorsi almeno 18 mesi dall'emissione;
  • rischio di controparte: acquistando il titolo si diviene finanziatori dell'emittente assumendo il rischio che questi non sia in grado di onorare i propri obblighi relativamente al rimborso del capitale o al pagamento degli interessi (tale titolo, laddove rimborsabile al portatore, non rientra tra le forme di raccolta coperte dalla garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi);
  • rischio di smarrimento, distruzione e sottrazione del titolo: nel caso in cui l'investitore detenga un certificato di deposito (nominativo o al portatore) non immesso in un dossier titoli, lo stesso si assume il rischio di smarrimento, distruzione e sottrazione del titolo; ai sensi della Legge 30 luglio 1951 n. 948 e successive modifiche ed integrazioni, ciò significa che la Banca, al ricorrere dei requisiti di legge, potrà rilasciare un duplicato del titolo non prima di circa 4 mesi.

La presenza di questi rischi, il fatto che sugli interessi si applichi una ritenuta fiscale del 27% e la mancanza di un mercato secondario efficiente, hanno fatto si che negli ultimi anni i certificati di deposito abbiano progressivamente perso quote di mercato a vantaggio di altri strumenti di mercato monetario, quali ad esempio le obbligazioni.