Annullamento matrimonio: quando e come richiederlo

Come forse saprai i nubendi, ovvero le persone che vogliono contrarre il matrimonio, possono farlo solo se in possesso di determinati requisiti. In mancanza il matrimonio non può essere celebrato. Qualora venissero taciuti e le nozze si celebrassero comunque, è possibile chiedere, in un secondo momento, l’annullamento matrimonio. In questo articolo ci occuperemo proprio di questo tema cercando di dare una risposta a tutta una serie di domande: in cosa consiste e in quali casi si può chiedere l’annullamento matrimonio? Qual è la prassi da seguire? Quanto costa? Quali sono le conseguenze?

Annullamento matrimonio: di cosa si tratta

L’annullamento matrimonio viene spesso confuso con il divorzio, tuttavia rappresentano due diversi istituti che possono essere attivati per ragioni differenti. Con il divorzio, infatti, si pone fine al legame coniugale valido, legittimato e consacrato con il matrimonio. Con l’annullamento matrimonio, invece, si cancella un vincolo che non è mai stato valido fin dall'origine, in virtù di determinati presupposti. A fare la differenza, in questo caso, è la validità stessa del matrimonio. Non si può annullare un matrimonio valido: questo è quanto stabilito dalla Chiesa e dalla Legge Italiana. Nei fatti è possibile chiedere l’annullamento matrimonio civile e l’annullamento matrimonio religioso. Andiamo, dunque, ad approfondire in quali casi e secondo quale procedura è possibile chiedere la cancellazione del vincolo matrimoniale.

Annullamento matrimonio religioso

Quando si parla di annullamento matrimonio religioso, nella maggior parte dei casi ci si riferisce all’annullamento del matrimonio concordatario, ovvero il sacramento celebrato in chiesa secondo i dettami del diritto canonico, avente altresì effetti civili, data la trascrizione nei registri di Stato Civile (leggi "Matrimonio: documenti e procedure"). 

Vediamo come e quando è possibile procedere all’annullamento del matrimonio secondo il diritto canonico. Per prima cosa è importante capire che per la Chiesa Cattolica il matrimonio è un legame indissolubile, dunque non può essere sciolto, a meno che non si dimostri che non è mai stato valido. A questo proposito è giusto ricordarti che, per essere valido, un matrimonio religioso deve:

  • essere celebrato in totale assenza di impedimenti;
  • avere il consenso della Chiesa (non a caso i nubendi prima del matrimonio devono ricevere il nulla osta dal parroco);
  • essere celebrato rispettando le regole imposte dal diritto ecclesiastico (celebrazione tenuta da un sacerdote con la presenza di due testimoni, ecc.);
  • avvenire per scelta degli sposi, che liberi da altri vincoli e in pieno rispetto dell’altro promettono di sottostare ai doveri matrimoniali.

Capisci bene che per poter ottenere l’annullamento del matrimonio è necessario che il tribunale ecclesiastico evidenzi una o più cause di invalidità, in altri termini una motivazione talmente grave da sancire la completa nullità del vincolo matrimoniale.

Tra i presupposti che invalidano l’unione coniugale ci sono:

  • la mancanza di consenso da parte di uno dei coniugi (simulazione e riserva mentale incluse);
  • la mancanza di fede verso le finalità essenziali del vincolo matrimoniale, come la procreazione dei figli, la fedeltà e l’indissolubilità del sacramento;
  • la violenza fisica o il timore di essa;
  • l'errore sulla persona (tipico nel matrimonio per procura, che avveniva solitamente in tempi di guerra);
  • l'impotenza dell’uomo e della donna;
  • la sterilità dell’uomo o della donna, solo se è stata dolosamente taciuta con l’obiettivo di ottenere il consenso alle nozze;
  • la mancanza di un rapporto sessuale completo. In questo caso il matrimonio è da considerarsi non consumato e si può ottenere una dispensa dal Papa che annulla il vincolo coniugale.

L’annullamento matrimonio religioso produce effetti diversi sugli ex coniugi, rispetto al divorzio: vediamo insieme quali sono. Innanzi tutto chi ottiene l’annullamento matrimonio religioso può vivere un nuovo rapporto sentimentale e può risposarsi in chiesa, al contrario di chi divorzia che invece non può più ricevere sacramenti, né fare da madrina o padrino in caso di battesimi e cresime, né tantomeno risposarsi in chiesa.

In più con l’annullamento matrimonio dal punto di vista civile non si è tenuti a rispettare gli obblighi di mantenimento nei confronti del coniuge più debole e decade ogni diritto ereditario; ma di questo scriveremo in seguito.

Annullamento matrimonio religioso: a chi rivolgersi

Se desideri ottenere l’annullamento matrimonio puoi rivolgerti alla tua parrocchia, alla curia o all’Albo Rotale. Ti verranno dati i nominativi di alcuni avvocati ecclesiastici che si occupano di queste procedure, tra i quali potrai scegliere quello che ti assisterà durante tutto l’iter burocratico per l’annullamento. Purtroppo non potrai affidarti al tuo avvocato di fiducia o ad un divorzista: l’annullamento del matrimonio religioso presuppone la conoscenza del diritto canonico, dunque può assisterti solo un avvocato ecclesiastico o Rotale.

Durante il primo colloquio l’avvocato ecclesiastico provvederà alla verifica dei presupposti che giustificano l’annullamento, stando a quanto stabilito dal diritto canonico. A questo punto una delle due parti dovrà muoversi per prima e iniziare il processo: questa prenderà il nome di “parte attrice” mentre l’altra sarà la “parte convenuta” che parteciperà in modo passivo, semplicemente accettando la richiesta di annullamento del matrimonio, oppure opponendosi.

Il primo passo formale di tutta la procedura è la redazione del libello, ovvero la richiesta ufficiale di annullamento del matrimonio. Il libello viene depositato presso il TER, Tribunale Ecclesiastico Regionale, che corrisponde a quello competente nella zona in cui risiede la parte convenuta oppure nel luogo in cui si sono celebrate le nozze.

La seconda fase prevede una serie di udienze che si susseguono fino alla emanazione della prima sentenza. Al termine di questa prima fase gli atti potrebbero essere trasferiti in un tribunale differente per arrivare ad una seconda sentenza, la quale potrebbe confermare quanto disposto dalla prima e dichiarare l’annullamento del vincolo matrimoniale oppure sovvertire l'esito della prima sentenza. In quest'ultimo caso si potrebbe ricorrere alla Sacra Rota per un’ulteriore valutazione.

Dopo aver ottenuto l’annullamento del matrimonio dalla Sacra Rota o dal tribunale ecclesiastico sarà possibile chiedere la delibazione della sentenza, che è essenziale per far sì che gli effetti dell’annullamento siano efficaci anche per lo Stato Italiano.

Annullamento matrimonio religioso: tempi

Non è possibile determinare con certezza quali siano i tempi necessari allo svolgimento della pratica di annullamento del matrimonio. Tutto dipende dai tribunali ecclesiastici. Generalmente la tempistica minima per l’ottenimento della cancellazione del vincolo matrimoniale non scende al di sotto dei 10 mesi, tuttavia se il caso è complesso si può anche attendere di più.

Ma c’è una buona notizia: in attesa della sentenza di annullamento da parte del Tribunale o della Sacra Rota è possibile venire meno all’obbligo di convivenza, dunque lasciare il nido coniugale per vivere altrove.

Le novità introdotte da Papa Francesco nel 2015

Nel 2015 Papa Francesco ha dato una scossa a tutto quel che riguarda l’annullamento del matrimonio religioso, generando un'autentica rivoluzione. Al centro di questa imponente trasformazione c’è la procedura necessaria per ottenere l’annullamento: questa è stata semplificata e resa più breve oltre che meno costosa. In pratica, in alcuni casi, è possibile evitare il coinvolgimento del Tribunale Ecclesiastico ed ottenere l’annullamento dal Vescovo Diocesano.

Vediamo quali sono i presupposti per lo svolgimento della procedura semplificata:

  • il matrimonio è stato celebrato nonostante la mancanza di fede, dunque mediante la simulazione del consenso;
  • il matrimonio è stato estremamente breve, così come la convivenza coniugale;
  • al matrimonio è seguito un aborto volontario per impedire la procreazione;
  • il matrimonio è stato preceduto e seguito da una relazione extraconiugale ostinata; 
  • il matrimonio è stato celebrato occultando la propria sterilità, una carcerazione, una malattia contagiosa o figli nati da precedenti relazioni;
  • il matrimonio è stato celebrato per convenienza o per altra causa discostante da quella coniugale (a causa di una gravidanza, di violenze, per mancato uso della ragione, purché sia comprovato da appositi documenti sanitari).

Qualora il Vescovo della Diocesi non voglia sentenziare l’annullamento del vincolo matrimoniale, sarà possibile rivolgersi all’Arcivescovo metropolita più vicino o alla Rota Romana. Secondo quanto stabilito da Papa Francesco, il processo deve svolgersi nell’arco di 1 anno e, altra novità sostanziale, in questi casi non ci sarà bisogno di una seconda sentenza che confermi quanto stabilito dalla prima.

Ora ti starai chiedendo: quanto costa l’annullamento del matrimonio? Per quanto riguarda i costi della causa va precisato che la CEI (Confederazione Episcopale Italiana) si fa carico dei costi di gestione dei Tribunali Ecclesiastici, chiedendo alle parti il versamento di un modesto contributo: 525,00 per la parte attrice e 260,00 euro per la parte convenuta solo se si costituisce in giudizio nominando un proprio avvocato. Se i coniugi versano in una situazione di grave difficoltà economica, possono richiedere la rateizzazione del contributo o eventualmente l’esonero dal pagamento.

A questi costi si aggiungono le parcelle degli avvocati. Per quanto riguarda le parcelle, si va da un minimo di 1.575,00 euro ad un massimo di 2.992,00 euro per il primo grado; da un minimo di 604,00 ad un massimo di 1207,00 euro per il secondo grado (valori al netto di IVA e contributo per la cassa forense). Si possono aggiungere, inoltre, il rimborso delle spese sostenute dagli stessi avvocati in occasione delle trasferte e quelle relative ad eventuali consulenze offerte da professionisti (ad es. psicologi, ecc.). I soggetti meno abbienti avranno la possibilità di dimostrare la reale mancanza di disponibilità economica e potranno ottenere il gratuito patrocinio.

Annullamento matrimonio civile

Il matrimonio civile, ovvero quello celebrato solamente dinnanzi ad un ufficiale di Stato Civile secondo la normativa stabilita dalla Legge Italiana, può essere sciolto oppure annullato. Sciogliere un matrimonio valido significa procedere con la separazione e il divorzio. Chiedere l’annullamento del matrimonio, invece, significa dichiarare che il matrimonio non è mai stato considerato valido fin dalla sua celebrazione, per mancanza di condizioni o per la presenza di vizi o limiti.

Ma vediamo più da vicino quali sono i casi in cui è possibile ottenere l’annullamento matrimonio. Possiamo sostanzialmente affermare che la richiesta può essere avanzata:

  1. in presenza di vizi del consenso matrimoniale;
  2. in mancanza di condizioni essenziali per contrarre matrimonio;
  3. in presenza di vizi durante la celebrazione delle nozze.

Andiamo ora ad esaminarli uno ad uno. In primo luogo ci sono i cosiddetti “vizi del consenso” ovvero quelli che minano la volontà dei contraenti, i quali secondo la legge dovrebbero unirsi in matrimonio con consapevolezza e in piena libertà. Tra i vizi del consenso ci sono la violenza e il timore di subire ritorsioni pesanti in caso di rifiuto a sposarsi, l’errore di identità (matrimonio contratto sotto falso nome ad esempio) o l'errore sulle qualità del partner (ad esempio questi si è rivelato ben presto essere un galeotto ricercato dalla polizia, oppure dopo il matrimonio si è scoperto che il partner era tossicodipendente o affetto da disturbi psichici o da deviazioni sessuali), la simulazione (il matrimonio che dietro accordo delle parti viene contratto col solo fine di ottenere un visto di ingresso o un permesso di soggiorno, l’assegnazione di un alloggio popolare).

Come detto si può chiedere l’annullamento matrimonio anche in mancanza di determinate condizioni previste dal nostro ordinamento. Ad esempio il matrimonio è avvenuto tra un soggetto maggiorenne ed uno minorenne non autorizzato dal Tribunale dei minori. In questo caso l’annullamento può essere richiesto solo da quest’ultimo, entro 1 anno dal compimento dei 18 anni.

Così come se tra i coniugi c’è un vincolo di parentela, affinità o adozione si può procedere all’annullamento del vincolo matrimoniale solo entro 1 anno dalla sua celebrazione. Inoltre può essere richiesto l’annullamento anche nel caso in cui almeno uno dei due coniugi sia interdetto, dunque incapace di intendere e di volere oppure bigamo, ovvero coinvolto in una relazione coniugale che non è ancora stata sciolta formalmente.

Come ottenere l'annullamento matrimonio civile

La procedura può essere intrapresa dai coniugi, dal Pubblico Ministero ma anche da un qualsiasi soggetto che ne abbia interesse. A decidere sulla questione e, dunque, a decretare l'annullamento del matrimonio può essere un qualsiasi Giudice italiano, purché il matrimonio sia stato celebrato in Italia, o almeno uno dei due coniugi sia italiano, oppure il convenuto sia domiciliato o residente in Italia. Il tribunale a cui rivolgersi, invece, deve essere quello competente nel luogo di domicilio o residenza del convenuto.

Qualora le nozze siano state celebrate tra un cittadino italiano ed uno comunitario, invece, è necessario prestare attenzione alla disciplina comunitaria, che sancisce le regole per l’individuazione del giudice in grado di occuparsi dell’annullamento.

Vediamo, ora, nello specifico, come procedere. L’annullamento del matrimonio è cosa ben diversa dalla separazione, tuttavia qualora i coniugi siano entrambi propensi per l’invalidazione del vincolo matrimoniale potrebbero proporre al Giudice un’azione congiunta nella quale definire le condizioni dell’annullamento, purché rispettino la legge e tutelino gli interessi di eventuali figli.

Qualora lo scioglimento del legame coniugale non sia voluto da entrambi, deve essere uno dei coniugi a richiedere l'annullamento. Questi, tramite il proprio avvocato, deve notificare al partner un atto di citazione ed una eventuale richiesta di separazione temporanea, che consente alla coppia di vivere separatamente, soprattutto per alleviare il disagio dovuto dalla situazione.

In questo periodo di transizione che terminerà con l’annullamento effettivo del vincolo coniugale, devono essere regolati i rapporti patrimoniali tra le parti, stabilire l’affidamento di eventuali figli e il diritto di visita dell’altro genitore. Certo, bisogna far attenzione alla tempistica, poiché in molti casi i vizi invalidanti devono essere denunciati entro un anno dalla scoperta, e spesso questi decadono se i coniugi hanno coabitato nella stessa dimora per un intero anno.

Tutto cambia, se, ad esempio, i coniugi non sono mai stati conviventi. In questo caso l’annullamento può essere richiesto entro 10 anni dal giorno della celebrazione.

Annullamento matrimonio conseguenze civili

Vediamo ora quali sono le conseguenza dell'annullamento del matrimonio. Innanzitutto i coniugi perdono automaticamente tutti i diritti e tutti i doveri di natura personale, come l’obbligo di fedeltà, di assistenza e di coabitazione. Entrambi riacquisiscono la libertà di stato civile. In più vengono meno anche tutti i diritti ereditari, le donazioni concesse nel corso del matrimonio e la comunione dei beni.

Se ci sono figli sarà chiaramente necessario stabilirne l’affidamento e i criteri di mantenimento. In questo caso si applicano le regole già precedentemente fissate durante il periodo di separazione. Nonostante l’annullamento del matrimonio, i figli sono comunque da considerare legittimi, dunque conservano tutti i diritti e i doveri nei confronti dei genitori. Chiaramente se il matrimonio viene dichiarato nullo per bigamia o per vincoli di parentela che entrambi i genitori hanno taciuto al momento delle nozze, i figli nati dall’unione assumono la semplice qualità di figli naturali.

Ti ricordiamo che se non ci fossero i presupposti adeguati per chiedere l’annullamento del matrimonio, potresti comunque procedere alla separazione e al divorzio. Recentemente sono state introdotte delle novità interessanti che riguardano la natura dell’assegno di mantenimento, ma soprattutto lo svolgimento della procedura, che in alcuni casi può essere brevissima: basta andare dal Sindaco per chiedere lo scioglimento del vincolo coniugale. Se vuoi saperne di più ti consigliamo di leggere “Separazioni e divorzi lampo: si va dal Sindaco anche senza avvocato”.

Documenti correlati



Lascia un commento
Attenzione: prima di inviare una domanda, controlla se è già presente una risposta ad un quesito simile.

I pareri espressi in forma gratuita dalla redazione di Moduli.it non costituiscono un parere di tipo professionale o legale. Per una consulenza specifica è sempre necessario rivolgersi ad un professionista debitamente qualificato.

Obbligatorio