Permesso retribuito: in quali casi si può richiedere e come

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 12/06/2015

Ogni lavoratore dipendente, pubblico o privato che sia, può richiedere al proprio datore la concessione di permessi di lavoro retribuiti. Si tratta di particolari permessi, regolati dalla legge o dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL), che consentono al lavoratore di assentarsi dal posto conservando la normale retribuzione.

Inoltre i permessi di lavoro retribuiti non influiscono sui giorni di ferie maturati e sono considerati ai fini dell'anzianità di servizio.

Come richiederli

Per richiedere permessi di lavoro retribuiti è necessario che il lavoratore inoltri una specifica richiesta scritta al proprio datore specificando la motivazione e i giorni nei quali intende assentarsi. Questo un 

da presentare al datore di lavoro.

La richiesta deve essere inoltrata con un congruo preavviso così da permettere al datore di lavoro di conoscere con anticipo il periodo di tempo in cui il lavoratore sarà assente e quindi di provvedere alla sua eventuale sostituzione del lavoratore.

Casi in cui il lavoratore può godere di permessi retribuiti

Di seguito analizzeremo in quali casi un lavoratore può richiedere permessi retribuiti.

Lutto o infermità

Il lavoratore dipendente ha diritto ad un permesso retribuito di 3 giorni nell’arco di un anno in caso di decesso o di documentata grave infermità del coniuge, anche se legalmente separato, o di un parente entro il secondo grado, anche non convivente, o di un soggetto componente la famiglia anagrafica. Questo è quanto stabilisce la Legge 53/2000, ma c’è da dire che in caso di decesso alcuni CCNL possono prevedere fino a 5 giorni di permesso retribuito. Questo il 

Due aspetti da non dimenticare:

  • i permessi devono essere utilizzati entro 7 sette giorni dal decesso o accertamento dell’infermità;
  • nel calcolo dei giorni non vengono considerati i festivi e giorni non lavorativi.

Matrimonio

In caso di nozze il lavoratore dipendente ha diritto ad un permesso retribuito di 15 giorni consecutivi, incluso quello della cerimonia. La richiesta deve essere presentata almeno 6 giorni prima dell’inizio del periodo scelto. Se il lavoratore per qualche motivo non può fruire del congedo all'epoca del matrimonio, può chiederne il godimento in un periodo successivo, ma comunque non oltre il termine di 30 giorni successivi al matrimonio.

Il lavoratore deve consegnare al proprio datore il certificato di matrimonio entro 60 giorni dalla data in cui lo stesso è stato contratto. Questo il

Gravi motivi personali o familiari

La legge e i CCNL non prevedono una casistica dei gravi motivi, per cui la concessione dei permessi in questi casi è lasciata alla discrezionalità del datore o dell’ufficio del personale che potrebbero, per ragioni organizzative od operative dell’azienda, anche non rilasciarli.

Per gravi motivi si intendono ad esempio le necessità derivanti da un decesso, di cura e assistenza di un familiare, da una malattia particolarmente grave, ecc. Ad ogni modo quando ricorrono queste particolari situazioni, il lavoratore ha la possibilità di fruire di 3 giorni di permesso retribuito nell’arco di un anno. Questo il

Cariche pubbliche elettive

Se il lavoratore dipendente detiene anche una carica pubblica (ad esempio è un consigliere comunale o provinciale), ha diritto ad un permesso retribuito per assentarsi dal posto di lavoro e prendere parte alle sedute del consiglio presso il quale è stato eletto: consiglio comunale, provinciale, ecc. Il tempo in questo caso è quello necessario a raggiungere e partecipare alle assemblee.

Se il lavoratore ricopre particolari cariche (ad esempio è presidente del consiglio comunale o provinciale, assessore comunale, ecc.) ha diritto di assentarsi per un massimo di 24 ore al mese, che diventano 48 nel caso di sindaco e presidente delle provincia.

Nel caso specifico il lavoratore deve allegare alla richiesta un’attestazione rilasciata dall’ente presso il quale è stato eletto.

Donazione sangue

Il lavoratore dipendente che dona volontariamente il proprio sangue ha diritto di assentarsi dal lavoro per un periodo di 24 ore a partire dal momento in cui effettua la donazione, conservando la normale retribuzione e l’accredito figurativo dei contributi previdenziali. Il datore di lavoro da parte sua può chiedere all’INPS il rimborso della retribuzione corrisposta al proprio dipendente.

Nel caso specifico oltre ad avvertire preventivamente il proprio datore o l’ufficio del personale, il lavoratore deve effettuare il prelievo in un centro di raccolta fisso o mobile autorizzato dal Ministero della Salute ed esibire un certificato medico. Questo il 

Donazione di midollo

Il lavoratore dipendente donatore di midollo osseo ha diritto a conservare la normale retribuzione per le giornate dedicate al prelievo e all'accertamento della compatibilità genetica con il potenziale paziente e per le giornate di degenza necessarie al prelievo di sangue midollare, eseguito in regime di ospedalizzazione, e al completo ripristino del proprio stato fisico, secondo quanto certificato dai medici che hanno effettuato il prelievo di midollo osseo.

Dal canto suo il datore di lavoro può chiedere anche in questo caso il rimborso all’Inps attraverso la compilazione e presentazione di una apposita istanza. Sul nostro portale è scaricabile uno specifico

Permessi per concorsi ed esami

Il lavoratore dipendente che deve partecipare a concorsi pubblici o sostenere esami, ha il diritto di usufruire di 8 giorni di permesso retribuito nel corso di un intero anno solare. La concessione del permesso è limitata ai giorni di svolgimento delle prove.

Normalmente è richiesta la produzione in originale di una certificazione rilasciata dalla Commissione esaminatrice che dia prova dell’effettiva partecipazione da parte del lavoratore al concorso o all’esame. Tale certificato va consegnato al datore di lavoro.

Studio

Oltre che per concorsi ed esami, i lavoratori dipendenti hanno il diritto di godere di permessi retribuiti anche per la partecipazione a corsi destinati al conseguimento di titoli di studio universitari, post-universitari, di scuole di istruzione primaria, secondaria e di qualificazione professionale, statali, pareggiate o legalmente riconosciute, o comunque abilitate al rilascio di titoli di studio legali o attestati professionali riconosciuti dall'ordinamento pubblico e per sostenere i relativi esami (quindi il giorno dell’esame).

I permessi di cui trattasi non possono essere concessi per la preparazione degli esami. Le ore di permesso concesse sono fissate dai CCNL, ma solitamente ammontano a 150 ore in un triennio e possono salire fino a 250 nel caso di un corso di studi compreso nel ciclo della scuola dell’obbligo. Questo il fac simile da utilizzare per la richiesta.

Allattamento

Entro il primo anno di vita del figlio (tre anni se il bambino è affetto da handicap grave), la madre lavoratrice ha diritto ad assentarsi dal luogo di lavoro e godere quotidianamente di due ore di riposo. Le due ore sono fruibili anche consecutivamente. Se la giornata lavorativa ha una durata inferiore a sei ore, il riposo giornaliero sarà soltanto di un’ora.

Tale diritto spetta anche in caso di adozione o affidamento e nel primo anno dall’ingresso del bambino nella famiglia adottiva. In taluni casi può usufruirne anche il padre (leggi “Maternità: permessi al padre lavoratore dipendente”) .

L’indennità viene anticipata dal datore di lavoro ma è a carico dell’Inps. Questo il

che il lavoratore deve compilare e presentare all’istituto previdenziale.

Lavoratori disabili

Il lavoratore affetto da grave handicap (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992) può fruire di permessi retribuiti per 3 giorni al mese o, in alternativa, per 2 ore al giorno tutti i giorni. Se la giornata lavorativa è inferiore a 6 ore, il permesso orario giornaliero si riduce ad 1 ora.

Chiaramente il lavoratore disabile dovrà munirsi di un certificato rilasciato dalla Commissione dell'ASL di competenza che attesti il suo grado di invalidità.

Familiari disabili

Il lavoratore dipendente può beneficiare di permessi retribuiti per 3 giorni al mese o, in alternativa, per 18 ore al mese non cumulabili, se ha la necessità di assistere familiari che versano in una situazione di grave disabilità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992).

Il lavoratore dipendente deve essere il genitore o il coniuge del disabile, oppure il parente o l’affine entro il secondo grado (nonni, nipoti, fratelli, sorelle, cognato). In casi particolari, ossia quando

  • i genitori o il coniuge del disabile siano deceduti o mancanti;
  • i genitori o il coniuge del disabile abbiano compiuto i 65 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti
possono fruire dei permessi lavorativi anche i pa renti ed affini di terzo grado, come gli zii e i bisnonni.

Un lavoratore può usufruire di permessi per assistere familiari con handicap anche nel caso in cui il disabile da assistere usufruisca dei permessi lavorativi per se stesso. Per ulteriori informazioni rimandiamo all'articolo "Permessi lavorativi retribuiti per familiari disabili: novità e modelli".

Pubblicato il 12/06/2015
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