In questa scheda sono disponibili due distinti fac simile di autocertificazione stato di famiglia per successione:
Si tratta in buona sostanza di una particolare versione dell'autocertificazione stato di famiglia. Entrambi i moduli vanno allegati alla dichiarazione di successione.
I due fac simile di autocertificazione stato di famiglia per successione possono essere presentati agli enti della pubblica amministrazione, così come alle aziende che gestiscono i pubblici servizi.
Tali soggetti sono obbligati ad accettare le autocertificazioni e a verificare la loro correttezza direttamente negli archivi a loro disposizione.
E i soggetti privati? Hanno ancora la facoltà di accettare o meno le autocertificazioni e magari pretendere la consegna dei relativi certificati? La risposta è no. Infatti il Decreto Legge n. 76/2020, (convertito con Legge n. 120/2020) ha soppresso all’art. 2 del DPR n. 445/2000 la condizione del consenso dei privati destinatari dei documenti. Dunque oggi anche i privati sono obbligati ad accettare le autocertificazioni.
Gli stessi possono richiedere, con il consenso del dichiarante, un controllo all’amministrazione competente al rilascio della relativa certificazione, che è tenuta a fornire conferma scritta, anche attraverso l’uso di strumenti informatici o telematici, della corrispondenza di quanto dichiarato con le risultanze dei dati in suo possesso. Questo il
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Nelle due versioni dell’autocertificazione stato di famiglia per uso successione vanno inserite queste precise informazioni:
Qualora l’autocertificazione stato di famiglia per successione fosse compilata correttamente, ma il dipendente dell’ufficio pubblico si rifiutasse di accettarla, pretendendo in sua sostituzione il relativo certificato, quest'ultimo incorrerebbe in una violazione dei doveri d’ufficio, dunque sarebbe soggetto a sanzioni.
In tal caso il cittadino che presenta la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà dovrebbe farsi dare i dati personali dal dipendente pubblico ed in seguito inoltrargli una comunicazione scritta, nella quale chiedere formalmente le motivazioni del rifiuto (modulo di richiesta chiarimenti per mancato accoglimento dell'autocertificazione).
Qualora alla richiesta non seguisse una risposta dal dipendente, entro il termine massimo di 30 giorni, saranno subitamente applicate le sanzioni previste dall’art. 328 del Codice penale per "omissioni" o "rifiuto d'atti d'ufficio". Ulteriori approfondimenti nell'articolo “Autocertificazione: cosa fare se non viene accettata”.
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