Multe 2019: motivi del rincaro ed esempi concreti rispetto alle specifiche sanzioni

Se stai per metterti alla guida della tua auto o della tua moto, sappi che dal 1° Gennaio 2019 le contravvenzioni per violazioni al codice della strada costeranno di più con un +2,2% rispetto alle tariffe in vigore fino allo scorso anno. La notizia brutta è che purtroppo questo non sarà l'unico rincaro previsto per il nuovo anno: si registreranno, infatti, aumenti anche per i pedaggi autostradali, le tariffe energetiche, i carburanti, le tariffe rc auto e chi più ne ha più ne metta. Insomma stando alle stime del Codacons per le famiglie italiane è prevista una stangata di oltre 900 euro. Ma a cosa è dovuto questo aumento multe 2019 e come si tradurrà in concreto?

Aumento multe 2019: a cosa è dovuto

L'aumento multe 2019 è dovuto semplicemente all'adeguamento biennale dell'inflazione. E' la stessa legge a prevederlo: l'articolo 195 comma 3 del Codice della Strada, infatti, stabilisce che “la misura delle sanzioni amministrative pecuniarie è aggiornata ogni due anni in misura pari all’intera variazione, accertata dall’ISTAT, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (media nazionale) verificatasi nei due anni precedenti”. In applicazione di questo principio nel 2019 le sanzioni per infrazioni del codice della strada cresceranno mediamente del 2,2%.

Non ce ne vogliano i nostri lettori, ma a nostro avviso il problema non è tanto il rincaro quanto il modo con cui vengono utilizzati i proventi delle multe. Da anni ormai le contravvenzioni costituiscono una voce importante delle entrate comunali (si pensi che nel 2017 le amministrazioni hanno registrato un incasso di ben 1,67 miliardi, di cui il 90% in multe stradali), tuttavia tali risorse più che essere destinate alle finalità specifiche previste dalla legge sembra che servano più che altro a mettere una toppa ai buchi di bilancio dell'ente. Non c'è dubbio, stando anche alle tante iniziative assunte dalle associazioni dei consumatori, sembra proprio che il problema vero sia da ricercare proprio nell'utilizzo dei proventi delle multe. Tali risorse dovrebbero essere utilizzate in gran parte per iniziative ed attività finalizzate alla sicurezza e all'educazione stradale oppure, se ad incassare sono gli enti locali, alla manutenzione delle strade, alla sistemazione della segnaletica, all'eliminazione delle barriere architettoniche e così via. Le amministrazioni dovrebbero comunicare periodicamente al Ministero dei Trasporti in che modo il gettito ricavato dalle multe è stato impiegato, tuttavia solo una minima paqrte di loro lo fa.

Aumento multe 2019: qualche esempio

L'impatto dell'aumento multe 2019 sul portafoglio degli italiani sarà davvero minimo. Facciamo qualche esempio: la multa per divieto di sosta passerà da 41 a 42 euro; la contravvenzione per la circolazione nelle corsie riservate ai mezzi pubblici e nelle ztl passerà da 81 a 83 euro; la multa per superamento del limite di velocità di oltre 10 ma non oltre 40 km/h passerà da 169 a 173 euro, mentre il superamento della velocità di oltre 40 ma non oltre 60 km/h comporterà una multa di 544 e non più di 532 euro (dunque 12 euro in più); la multa per passaggio col rosso aumenterà in termini assoluti di 4 euro, passando da 163 a 167 euro; la sanzione per uso del telefoni alla guida passerà da 161 a 165 euro, mentre la circolazione con un'auto non revisionata comporterà dal 2019 una multa di 173 e non più di 169 euro; la circolazione con veicolo privo delle dotazioni invernali comporterà una sanzione di 87 euro (2 euro in più rispetto al 2018), mentre la circolazione con un mezzo senza copertura assicurativa comporterà una multa di 868 euro, con un aumento di 19 euro.

Ultima precisazione: l’aumento dell’importo delle contravvenzioni interessa solo gli illeciti (e dunque le sanzioni) amministrativi, mentre restano invariate le sanzioni penali.

Contravvenzioni: quando pagare e quando opporsi

Se infrangi il Codice della Strada e ricevi una contravvenzione, il consiglio che ti diamo è di valutare subito se ci sono i presupposti per un eventuale ricorso? Perchè subito? Per il semplice motivo che corrispondere l'importo della sanzione entro 5 giorni dalla data della notifica del verbale, significa beneficiare di uno sconto del 30%. Non male come incentivo vero? Se vuoi saperne di più ti invitiamo a leggere l’articolo “Sconto multe a chi paga subito”.

Al contrario se ci sono le condizioni per un ricorso non devi assolutamente provvedere al pagamento della multa. I motivi per chiedere l'annullamento della contravvenzione possono essere tanti. Potrebbe darsi che il verbale riporti una targa errata o più in generale che lo stesso presenti un vizio di forma, che la notifica del verbale sia stata effettuata oltre i 90 giorni previsti dalla legge, che l'autovelox non sia stato adeguatamente segnalato, che la segnaletica non fosse perfettamente visibile al momento dell'infrazione o più semplicemente che la violazione sia stata commessa in un luogo in cui non si è mai stati.

In tutti questi casi è possibile contestare la multa facendo ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace. Nei casi in cui l’errore riportato sul verbale sia più che palese, invece, puoi tentare il ricorso in autotutela.

Contravvenzioni - ricorso al Prefetto: va fatto entro 60 giorni dalla data di notifica della multa presentando questo modulo all’organo accertatore. Se invece intendi proporre il ricorso diretto alla Prefettura della Provincia nella quale è avvenuta l’infrazione, puoi utilizzare questo modulo.

Contravvenzioni - ricorso al Giudice di Pace: va fatto entro 30 giorni dalla data di ricevimento della multa, compilando questo specifico modello.

Contravvenzioni - ricorso in autotutela: va fatto solo nel caso in cui la contestazione dell’infrazione appaia palesemente illegittima. Puoi rivolgerti direttamente all’organo accertatore, inviando una lettera raccomandata all’ufficio che ha emesso la contravvenzione. Puoi chiedere l’annullamento della multa mediante questo modello.

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